Il vescovo della Diocesi Terni-Narni-Amelia, Mons. Soddu ha incontrato i giornalisti. ”Il linguaggio, di chiunque – ha detto il presule – non deve essere triviale, deve essere sempre costruttivo: ‘Ne ammazza più la lingua della spada’. Bisogna stare attenti”
In occasione della festa di San Francesco di Sales, il vescovo della diocesi di Terni-Narni e Amelia, Mons. Francesco Antonio Soddu ha incontrato a Terni, i giornalisti e gli operatori dell’informazione per un momento di dialogo e confronto.
Si è parlato del ruolo del giornalista oggi e di come è cambiato questo lavoro.
Mons. Francesco Antonio Soddu è intervenuto ai microfoni di Teleambiente: “Il ruolo del giornalista oggi è quello di essere al passo con i tempi e deve poter trasmettere una notizia fresca e buona”.
“Io – ha detto il vescovo – qui sto traducendo un vecchio opuscolo che veniva dato a chi non sapeva niente di latino ‘Latine discere iuvat’. Il giornalista deve sapere trasmettere una notizia buona o meno buona, ma autentica, perché è molto importante l’autenticità della notizia”.
Un mestiere, quello del giornalista che, giorno dopo giorno, sembra avere sempre più ostacoli.
“Tutto oggi è complesso e difficile – ha ricordato Mons. Soddu – tanto è vero che il messaggio del Santo Padre di quest’anno riguarda l’intelligenza artificiale, che può essere di grande aiuto, ma se non è utilizzata bene, può essere un boomerang che si rivolta contro l’umano stesso”.
“Dell’intelligenza artificiale – ha sottolineato – il Santo Padre si era interessato anche nel corso del messaggio per la pace di quest’anno, del 1 gennaio. Raccomanda soprattutto di veicolare l’intelligenza con la sapienza del cuore. Quindi l’intelligenza, anche artificiale, mediata con la sapienza del cuore, sa far funzionare anche gli algoritmi di cui si serve la stessa intelligenza artificiale”.
L’intelligenza artificiale può essere un pericolo, se usata in maniera eccessiva?
“Tutto – ha ribadito Mons. Soddu a Teleambiente – può essere un pericolo se usato eccessivamente e non salvaguardato. Pensiamo semplicemente ad una matita. Quella matita la posso anche usare per trafiggere una persona, scusate l’esempio banale, ma significativo. Tutto può essere utile e tutto può essere dannoso”.
Il vescovo ha anche posto l’attenzione sull’importanza del linguaggio.
“Se è triviale quel linguaggio non va bene. Il linguaggio – ha concluso il vescovo di Terni, Narni e Amelia – deve essere sempre costruttivo, tanto è vero che abbiamo un bellissimo proverbio: ‘Ne ammazza più la lingua della spada’. Bisogna stare attenti”.
All’incontro sono intervenuti anche il presidente diocesano di Azione Cattolica Luca Diotallevi ed il delegato vescovile per il Laicato, don Matteo Antonelli.