In Svizzera, Algordanza, azienda attiva nel settore dei servizi funebri, trasforma le ceneri di cremazione in diamanti. Christina Sponza, Responsabile marketing del centro: “Un modo per sentire sempre vicino un proprio caro”.
Trasformare il corpo umano in un diamante. È l’obiettivo di Algordanza, azienda attiva dal 2004 nel settore dei servizi funebri, con sede in Svizzera. La società, che è presente in oltre 30 Paesi del mondo, ricava il gioiello dalle ceneri di cremazione o dai capelli della persona scomparsa.
“Detto così, può sembrare un po’ strano, ma se ci pensiamo, in natura, i diamanti sono costituiti da carbonio, elemento chimico della vita sul nostro pianeta. Tutte le cellule di tutti gli esseri viventi contengono questo elemento, che rimane in parte anche nelle ceneri di cremazione, e noi non facciamo altro che estrarlo in laboratorio“, dichiara a Teleambiente Christina Sponza, Responsabile marketing per l’Italia di Algordanza.
E così, se in natura il diamante nasce nelle bollenti viscere del pianeta Terra, in Algordanza il brillante si sviluppa nel centro di Domat/Ems, a due ore di auto da Lugano, attraverso un complesso processo chimico-fisico. I macchinari dell’azienda svizzera riescono a effettuare, infatti, la cristallizzazione del carbonio contenuto nel corpo o nei capelli, così da creare il “Diamante della Memoria” dopo almeno sei mesi di lavoro.
“Quando noi apriamo la macchina, troviamo un diamante grezzo e lo consegniamo ai familiari. Una persona può tenere, dunque, sempre con sé un gioiello fatto con le ceneri dei propri cari“, sottolinea la consulente dell’azienda svizzera.
Algordanza, ecco cosa spinge una persona a “trasformarsi” in un diamante
Un diamante è per sempre, così come il ricordo di una persona cara. Eppure, c’è chi ha scelto di diventare un gioiello per continuare a vivere in un’altra forma, per superare i limiti territoriali del cimitero, per tramandare un cimelio di famiglia ai posteri.
“Da migliaia di anni, l’essere umano vuole potere ricordare i propri cari e dare loro una sepoltura ritenuta consona alle proprie credenze e ai propri modi di vedere la vita. Ma qualcuno vuole anche condividere il lutto con altri individui. Una volta questa funzione era svolta dai cimiteri, luogo in cui andare a ricordare i propri cari o dove incontrare altre persone. Ora i cimiteri non sono più in grado di svolgere ciò per diversi motivi, così il diamante riesce a coprire questo bisogno, di commemorazione e di condivisione, dunque, il “Diamante della Memoria” diventa una forma innovativa che risponde a un bisogno molto antico“, afferma Christina Sponza.
C’è poi chi sceglie di “diventare” un diamante per motivi ecologici. “Se mettiamo in conto l’uso del suolo e le tonnellate di calcestruzzo che stanno dietro alla costruzione di un cimitero, ci rendiamo conto che le energie spese sono ben al di sopra di quel minimo di energie necessarie per trasformare le ceneri in un diamante“, spiega la Responsabile marketing di Algordanza.
Che poi conclude: “Io ho il diamante di mio papà. Lo tengo sempre con me. È stato il suo desiderio poco prima di entrare in sala operatoria. Mi aveva detto: “Ricordati di trasformarmi in un diamante se le cose vanno male”. E così, ahimè, è stato“.
Visualizza questo post su Instagram