Il colpo di mano di Giancarlo Giorgetti: il governo pronto ad eliminare le misure che erano state riservate per le aree terremotate e per il terzo settore.
Il governo forza la mano sul Superbonus e impone nuove strette, eliminando lo sconto in fattura e la cessione del credito anche per quei casi in cui questi meccanismi erano ancora previsti. E cioè, il terzo settore e le aree terremotate. Con un vero e proprio blitz fuori dall’ordine del giorno, infatti, in Consiglio dei ministri Giancarlo Giorgetti ha presentato un nuovo decreto per fermare l’emorragia nelle casse dello Stato, con i costi che rischiano di superare complessivamente i 150 miliardi di euro. Una cifra decisamente superiore a quanto stimato dallo stesso Ministero dell’Economia.
Non è una novità che Giorgetti consideri il Superbonus “una misura scriteriata“, come è stato ribadito anche nelle scorse ore. Ma nessuno si aspettava una nuova stretta, così improvvisa, su una misura che era rimasta con l’aliquota del 110% per le Onlus, le zone del cratere sismico e per i lavori sulle barriere architettoniche per i disabili. Ora, chi vorrà fare i lavori dovrà pagare di tasca propria, senza poter cedere i crediti verso lo Stato a banche o imprese. Con le nuove norme, dovrebbe saltare anche la regolarizzazione ‘in bonis’, che prevedeva sanzioni più leggere per le mancate comunicazioni fino al prossimo 15 ottobre. Il colpo di mano del governo lascia sbigottite tutte le imprese edili, a partire dall’Ance, che però si riserva di aspettare il testo definitivo del decreto.
Salvo brutte sorprese dell’ultimo minuto, comunque, la nuova stretta non dovrebbe riguardare i lavori già partiti. Inoltre, entro il 4 aprile tutte le cessioni del credito andranno comunicate all’Agenzia delle Entrate. Anche perché il Ministero intende quantificare con esattezza il peso del Superbonus sui conti dello Stato, prima della presentazione del prossimo Documento di economia e finanza. La speranza del governo è di convincere Eurostat a rivedere la classificazione in bilancio dei crediti fiscali, facendone spalmare il costo su più anni per avere più spazio di manovra per nuove misure.
Oltre alla stretta sullo sconto in fattura, il governo punta a negare l’accesso all’agevolazione per chi ha debiti fiscali verso lo Stato. E chi in futuro vorrà accedere ad altri bonus edilizi, dovrà comunicare preventivamente i lavori già in fase di progettazione degli interventi, per evitare che lo Stato non scopra l’entità delle agevolazioni solo nel momento dell’emissione delle fatture.