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Superbonus, tutti chiedono la proroga: domani esodati in protesta a Roma

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Intanto, Giorgetti annuncia: “Gli ultimi dati anche peggio delle stime della Nadef, c’è un limite oltre il quale non si può andare”.

Superbonus, si moltiplicano gli appelli per una proroga. Non ci sono solo gli esodati, che domani si riuniranno in protesta a Roma, ma anche importanti organizzazioni di categoria, come l’Associazionale nazionale costruttori edili (Ance) e la Confederazione italiana della piccola e media industria privata (Confapi).

Superbonus, esodati in protesta a Roma

L’Associazione Esodati del Superbonus ha indetto e confermato una manifestazione di protesta a Roma: obiettivo della protesta, in vista del Consiglio dei ministri che discuterà il Milleproroghe, è quello di ottenere una proroga della scadenza di fine lavori.
Appuntamento giovedì 28 dicembra in piazza della Rotonda, davanti al Pantheon, dalle ore 13: il sit-in si protrarrà fino alle 17.

Superbonus, l’appello di Ance

L’Associazione nazionale costruttori edili si è unita alle tante richieste inoltrate al governo per ottenere una proroga del Superbonus. “Chiediamo una mini proroga di due o tre mesi per completare quella parte di lavori legati al Superbonus che possono ancora essere finiti. Ci sono 30mila condomini in bilico e 300mila famiglie che rischiano di andare in contenzioso, non abbiamo mai preteso che il Superbonus non finisse mai, perché è una misura a termine, ma qui ci sono 20-30 miliardi di crediti incagliati che non si sono mai sbloccati in un anno e mezzo” – l’appello di Federica Brancaccio, presidente dell’Ance – “Nel frattempo sono intervenuti intermediari che speculano e offrono alle imprese edili in ginocchio il 50-60%, mentre al Paese costa sempre il 110%. Chiediamo un intervento delle partecipate statali per le imprese a corto di liquidità e in difficoltà. Senza considerare il rallentamento nelle forniture, il rialzo dei tassi che rende più oneroso l’indebitamento e i ristori contro il caro materiali che attendiamo ancora dal primo semestre 2022“.

La mini proroga e i contenziosi

La richiesta di professionisti e associazioni di imprese, relativa alla proroga di 2-3 mesi, consentirebbe di abbattere una buona parte dei contenziosi. Questa soluzione viene caldeggiata e auspicata da Federica Brancaccio, che fa delle opportune distinzioni: “Chi ha iniziato i lavori a settembre-ottobre è irresponsabile e non va aiutato. Ma se mancano gli infissi perché arrivati tardi, sarebbe una follia lasciare i cantieri appesi“.
Della stessa opinione anche Cristian Camisa, presidente di Confapi: “Prorograre il Superbonus per due o tre mesi è necessario. L’urgenza massima è evitare il fallimento delle aziende e il proliferare di contenziosi. Delle 14mila imprese edili associate a Confapi, circa il 30% è in gravi difficoltà per lo stop al Superbonus“.

Le mosse del governo

All’interno del governo, sul Superbonus non c’è un parere unanime. Tra i partiti della maggioranza, Forza Italia è quello che spinge di più per la mini proroga, ma deve fare i conti con l’irremovibilità degli alleati: Fratelli d’Italia e Lega, e in particolare Giancarlo Giorgetti.
Gli ultimi dati sono ancora peggiori rispetto a quelli previsti dalla Nadef. Il Parlamento è sovrano e deciderà, ma so quale è il limite oltre cui non si può andare e lo farò presente in Consiglio dei ministri” – ha spiegato il ministro dell’Economia, nemico dichiarato del Superbonus – “Questa è la realtà dei numeri di una norma fatta in un momento eccezionale, che purtroppo ha degli effetti radioattivi: è come una centrale nucleare che ha effetti che non riusciamo a gestire“.

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