Superbonus, il Mef ‘salva’ le aree terremotate

Dopo le proteste (anche interne alla maggioranza di governo) arriva un correttivo. Cessione del credito e sconto in fattura, però, restano negati per case popolari, famiglie più povere, edifici del terzo settore e interventi di abbattimento delle barriere architettoniche. 

Le proteste interne alla maggioranza di governo hanno ottenuto l’effetto sperato e così il Ministero dell’Economia e delle Finanze ha rivisto il decreto sul Superbonus, ‘salvando’ le aree terremotate dallo stop alla cessione del credito e allo sconto in fattura. Nei Comuni dei crateri sismici del 2009 e del 2016, quindi, sarà possibile accedere a questi meccanismi fino a tutto il 2025, con l’aliquota che, solo in questo caso, resterà al 110%.

La mossa a sorpresa di Giancarlo Giorgetti aveva spiazzato gli stessi alleati di governo e scatenato proteste tra gli amministratori locali delle aree colpite dal sisma. Le imprese edili e gli enti locali del Centro Italia, infatti, erano molto preoccupati dell’impatto che il colpo di mano del ministro dell’Economia avrebbe potuto avere sulla ricostruzione, che a diversi anni di distanza appare ancora lenta e incerta.

A via XX Settembre, dopo le prime proteste, si è quindi intervenuti per salvaguardare la cessione del credito e lo sconto in fattura per tutti i Comuni dei crateri sismici. Anche perché, ironia della sorte, tutti i presidenti delle Regioni interessate (Lazio, Abruzzo, Umbria e Marche) appartengono a partiti di centro-destra. Inevitabile, quindi, che da parte dei governatori ora ci siano parole di trionfo e di elogio nei confronti dell’Esecutivo.

Se lo sconto in fattura e la cessione del credito rimarranno disponibili per gli interventi di ricostruzione nelle aree terremotate, la stessa sorte non toccherà invece agli ultimi casi esclusi dal nuovo decreto proposto da Giorgetti. Legambiente, infatti, ha criticato il governo, ‘reo’ di aver rimosso i principali incentivi del Superbonus in casi particolari come l’edilizia popolare, gli immobili del terzo settore, le famiglie con redditi più bassi e i lavori di abbattimento delle barriere architettoniche.