Meno manifestanti del previsto, ma arrivati da tutta Italia nella Capitale, per chiedere ancora una volta lo sblocco dei crediti e fermare un’emorragia di imprese.
Pur con un’affluenza minore del previsto, sono arrivati a Roma da tutta Italia per chiedere, ancora una volta, lo sblocco dei crediti fiscali rimasti incagliati dopo i continui stravolgimenti normativi del Superbonus. Alla manifestazione, hanno partecipato tutti coloro che si ritrovano in estrema difficoltà con lo stop definitivo arrivato con l’ultimo decreto firmato da Giancarlo Giorgetti: imprese edilizie e lavoratori, ma anche committenti e professionisti.
“Tante imprese, ma anche i professionisti e le famiglie, sono al collasso. Con i vari decreti ci sono stati vari cambiamenti e abbiamo dovuto sempre studiare in corso d’opera” – ha spiegato Catalin Pintilie, presidente nazionale di FederEdilizia che ha organizzato la protesta – “Hanno violentato le nostre imprese, i nostri professionisti e i nostri committenti. Sappiamo tutti le promesse fatte da Giorgia Meloni, non ne è stata mantenuta neanche una. Oggi devono trovare una soluzione e portarci tutti fuori dal tunnel, basta prese in giro“.
“Crediti incagliati, lavori incompleti e famiglie a rischio: questa è la più grossa carognata perpetrata in modo indecente dal ministro Giorgetti. Tra l’altro la Lega è l’unico partito che è sempre stato nella maggioranza di governo dall’avvento del Superbonus” – il punto di Gianluca Bulzomi, imprenditore edile torinese – “La maggior parte dei media poi racconta ciò che vuole il governo: si parla solo di truffe ma non dei danni causati alle imprese, a oggi ci sono stati una decina di suicidi e varie centinaia di imprese fallite. Dal governo vengono raccontate solo menzogne. Lo Stato è la più grande società, ma qua cambiando l’amministratore delegato (alias il presidente del Consiglio) tutto quello che è stato fatto prima non vale più. Ma noi abbiamo lavorato sulle regole dello Stato, non sulle regole di Conte, Giorgetti o Draghi“.
“Ho usufruito del bonus 50% per ristrutturazione, anticipando tutte le spese per le imprese e i materiali sin dall’apertura della Cila nel 2022. Quando andavo dai rivenditori di materiali e mi proponevano lo sconto in fattura, che io rifiutavo perché era prevista la cessione del credito. Ho fatto le mie valutazioni in base a costi e rimborsi disponibili, con l’ultimo decreto legge quella percentuale non mi verrà più rimborsata” – ha spiegato invece Raffaella Rose, committente privata – “Non credo si sia mai vista una legge ‘ex post’ in Italia. Ho fatto un contratto con lo Stato: nel momento in cui ho fatto i bonifici, richiamando una legge, loro cambiano le regole del gioco in corsa. Un qualcosa di incredibile in uno Stato democratico, a livello giuridico credo ci siano tutti gli estremi per ricorrere a livello di incostituzionalità contro una legge fatta in corso d’opera“.