Il Piano Italia di Stellantis mira a rilanciare il settore auto italiano con investimenti di oltre 2 miliardi di euro, nuove piattaforme tecnologiche e sostenibilità, senza incentivi pubblici.
Per rispondere alla crisi del settore auto e alle sue conseguenze sull’Italia, Stellantis ha un piano che ha presentato al governo.
Si chiama Piano Italia e, come ha annunciato Jean-Philippe Imparato, responsabile di Stellantis per l’Europa, ha al centro investimenti significativi, nuove piattaforme tecnologiche e il rilancio della produzione nelle principali fabbriche italiane, il tutto senza richiedere incentivi pubblici.
Gli investimenti promessi da Stellantis al governo
Stellantis prevede un investimento di oltre 2 miliardi di euro nelle fabbriche italiane entro il 2025, accompagnato da acquisti destinati ai fornitori italiani per un valore complessivo di 6 miliardi di euro.
Inoltre, a partire dal 2028, farà il suo debutto la piattaforma STLA Small, destinata alla produzione di citycar di grande volume, un settore cruciale per il mercato europeo.
L’Italia, dunque, sarebbe al centro della strategia di Stellantis, con una riorganizzazione che coinvolge tutti gli stabilimenti sul territorio nazionale.
In primis Pomigliano d’Arco, dove dal 2028 sarà introdotta la piattaforma STLA Small, base per due nuovi modelli compatti. La produzione della Panda continuerà fino al 2030, quando verrà introdotta una nuova generazione.
Mirafiori, invece, diventerà il quartier generale europeo dei veicoli commerciali e ospiterà la produzione della Fiat 500, sia in versione ibrida che elettrica, oltre ai cambi eDCT. Sarà inoltre consolidato il Battery Technology Center, unico centro Stellantis al mondo per testare e sviluppare batterie.
A Cassino saranno introdotte le piattaforme STLA Large, STLA Brain e STLA Smart Cockpit, con tre nuovi modelli in arrivo, tra cui l’Alfa Romeo Stelvio (2025) e la Giulia (2026) mentre Melfi ospiterà il lancio di sette nuovi modelli sulla piattaforma STLA Medium, tra cui la DS N°8, la nuova Jeep Compass e la Lancia Gamma. Questi modelli saranno prevalentemente elettrici, con varianti ibride disponibili.
Novità anche per il sito abruzzese di Atessa, che esporta oltre l’80% della sua produzione in 75 Paesi, e che produrrà una nuova versione di van di grandi dimensioni dal 2027, oltre ad avviare il programma Stellantis CustomFit per la personalizzazione dei veicoli.
Infine Modena sarà il polo per le vetture alto di gamma, mentre il futuro della gigafactory di ACC di Termoli sarà definito entro il 2025, in base all’evoluzione tecnologica e alle condizioni di mercato.
Piano Italia di Stellantis: nessun incentivo pubblico
Stellantis ha sottolineato che il piano industriale sarà realizzato interamente con risorse proprie. Jean-Philippe Imparato ha ribadito la volontà di “fare squadra con l’Italia”, impegnandosi a rispettare le promesse fatte e a mantenere l’Italia al centro delle strategie aziendali.
A livello europeo, Stellantis tornerà a far parte dell’ACEA, l’associazione dei produttori europei di automobili, dopo esserne uscita nel 2022. L’azienda sostiene la necessità di un quadro regolatorio realistico e flessibile per preservare la competitività dell’industria automobilistica europea, chiedendo una revisione anticipata al 2025 del regolamento sui veicoli leggeri.
Il Piano Italia di Stellantis rappresenta una visione ambiziosa per rilanciare il settore automobilistico italiano, puntando su investimenti, innovazione e sostenibilità. Con il coinvolgimento di tutti gli attori della filiera, dalle aziende ai sindacati, il progetto mira a consolidare il ruolo dell’Italia come centro nevralgico della strategia europea di Stellantis.
Le sfide del nuovo anno
Intanto resta alta l’attenzione di Stellantis rispetto alle novità che saranno introdotte in Europa a partire dal gennaio 2025.
In sintesi, già oggi ogni produttore di automobili – comprese le produzioni Stellantis – deve sottostare a un limite di emissioni di CO2 che però è calcolato sulla media di tutte le auto vendute da quel produttore.
In altre parole, si possono vendere auto che inquinano più del limite imposto a patto che la media delle auto vendute sia sotto quel limite. Chiarito questo passaggio, andiamo a vedere cosa accadrà a partire dal prossimo anno.
Oggi il limite fissato è di 115,1 grammi di CO2 per chilometro e ad oggi i problemi non ce ne sono perché secondo i dati dell’Agenzia Europea dell’Ambiente i produttori automobilistici europei emettono in media 106,6 grammi per chilometro.
Il problema è che dal 2025, come dicevamo, questo limite scenderà a 93,6 grammi per chilometro, molto più basso dunque dell’attuale performance.
Se le case automobilistiche non si adeguano in fretta, tra l’altro dovranno pagare anche 95 euro per ogni grammo di emissioni in più rispetto al limite per ogni auto venduta, insomma milioni e milioni di euro di multe.