Stefano Vietina, il libro ‘Il lavoro in montagna (e oltre)’

Una raccolta di articoli giornalistici su grandi successi imprenditoriali in una zona a rischio spopolamento come tutte le aree montane d’Italia.

Una raccolta di articoli giornalistici su grandi successi imprenditoriali in una zona, quella delle Dolomiti bellunesi e non solo, che come tutte le aree montane d’Italia è a rischio spopolamento. , libro scritto dal giornalista Stefano Vietina, racconta piccole e grandi realtà d’eccellenza in ogni ambito economico.

Nella zona, con l’aiuto di alcuni imprenditori che erano rimasti nonostante lo spopolamento, ho cercato di capire quali erano le attività che si potevano fare in montagna. Lì ho scoperto varie realtà di diverse dimensioni: c’è chi, a fronte di un’aziendina con 15 operai che faceva minuterie per occhiali, si è messo a fare lo spazzacamino e si è reso conto che in tutta la zona c’era una grande richiesta di questo lavoro” – ha spiegato l’autore del libro – “Oppure chi, sfruttando i pascoli di montagna, è diventato un vero e proprio big come Lattebusche, una realtà di 400 soci allevatori che producono latte e si sono messi insieme, diventando una realtà da 145 milioni di euro, che dà lavoro a 300 persone e che raccoglie il latte anche nella fascia alta, da Cortina alla Val Visdende in Comelico, dove si fa fatica a raccogliere il latte, dove se non hai una certa dimensione i costi sono superiori ai margini. Inoltre, hanno recuperato anche un latte di montagna che ha prerogative bio perché e mucche mangiano erba di maggior qualità rispetto a quella in pianura“.

Nel libro cerco di dar conto di tutte queste piccole realtà. C’è una parte che riguarda la logistica e i trasporti, che in montagna sono più difficili, ma anche realtà che fanno occhiali. Parlo anche di Luxottica, esempio di azienda che pur essendo ormai globalizzata, ha le radici fortemente piantate ad Agordo. Parlo anche di chiavi: a Cibiana, paesino di 400 abitanti noto per le case affrescate da vari artisti, c’è Errebi, dove 40 lavoratori producono 40 milioni di chiavi all’anno, che vengono distribuite in tutto il mondo” – ha aggiunto Stefano Vietina – “Per chi fa sport, se dico Manifattura Valcismon, forse è un nome che non dice molto. Ma se dico Karpos, se dico Castelli, se dico Sportful, probabilmente tutti conoscono questi tre marchi, che appartengono allo stesso gruppo. La Castelli, ad esempio, produce la Maglia Rosa e le altre maglie ufficiali del Giro d’Italia“.

Parlo anche di un ragazzo che ha deciso di mettersi a fare lavori come disgaggi, movimento terra, ripristino di argini e fiumi, fondamentali in questa epoca di cambiamenti climatici, bombe d’acqua, frane, tempeste come Vaia. Parlo poi di un’azienda da oltre un miliardo di fatturato come la Leitner, che fa funivie, cabinovie, seggiovie, ma anche gatti delle nevi e macchine come la Demaclenko per produrre neve programmata. Ci sono anche prodotti farmaceutici e artigianali” – continua l’autore – “Parlo anche di un costruttore, Giorgio Pirolo, che ha progettato una supercar dedicata a Loris Capirossi. L’abbiamo anche provata sul circuito di Imola. Dalla montagna vengono fuori anche personaggi di questo genere, poi c’è tutto un settore dedicato alla lavorazione del legno. Anche lì si apre tutto un capitolo perché le segherie a Belluno sono diminuite“.

Ci sono periodi in montagna, come ottobre-novembre, dove è molto difficile vivere. Non ci sono tante alternative, i lavori all’aperto non si possono fare ed è difficile convivere con la natura stessa” – ha concluso Stefano Vietina, toscano ma veneto d’adozione – “Come si fa a far rimanere su in montagna queste persone, che poi sono la prima garanzia, per il turista, di trovare una montagna manutenuta (dove non hai il tronco d’albero caduto in mezzo alla strada o la frana che interrompe la viabilità)? Le persone che vivono in montagna sono la garanzia di una situazione ottimale per fare le vacanze e la risposta a questa domanda è il primo obiettivo del libro“.