Stati Generali delle Aree protette, a Roma due giornate di incontri

“C’è un percezione nell’immaginario collettivo inferiore rispetto all’importanza che hanno le aree protette”, Claudio Barbaro, Sottosegretario di Stato.

A Roma nella sede della Biblioteca Nazionale Gli Stati Generali delle Aree protette italiane”, si sono concluse le due giornate di incontri e confronto volute dal Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, in collaborazione con Federparchi-Europarc Italia. La necessità di “fare rete” per coinvolgere i soggetti protagonisti nei meccanismi di rinnovo della legge quadro delle aree protette, uno dei temi portanti sui quali si è incentrato il dibattito degli Stati Generali.

L’Italia è il Paese europeo con la maggiore varietà di specie viventi e tra i Paesi con più biodiversità del mondo, pur rappresentando, territorialmente, una percentuale fra lo 0,2 e lo 0,5% del pianeta. In Italia si contano circa 1049 aree protette: 24 Parchi nazionali; 30 Aree Marine Protette (il santuario Pelagos e 2 parchi sommersi); 149 Riserve naturali statali; 149 Parchi regionali; 450 Riserve regionali; 5 Parchi geominerari.

A questi vanno aggiunte altre aree protette nazionali e regionali, i siti Natura 2000, i siti Ramsar, le riserve MAB UNESCO, le zone ZSC. Le aree protette coinvolgono il 31% di tutti i piccoli comuni italiani (parliamo di un’estensione di ettari terra di 3.303.559 e di ettari mare di 2.867.524), dunque sono fondamentali come propulsori dello sviluppo sostenibile, come preziosa risorsa per l’eco turismo, l’agricoltura bio, la pesca sostenibile, dunque anche per l’economia dei territori.

“C’è un percezione nell’immaginario collettivo inferiore rispetto all’importanza che hanno le aree protette. – afferma ai microfondi di TeleAmbiente il sen. Claudio Barbaro, Sottosegretario di Stato, che ha aperto i lavori degli Stati Generali – Stiamo cercando, attraverso queste due giornate, di cambiare il paradigma, di far capire che le aree protette, che rappresentano il 23% del territorio nazionale, una parte considerevole anche se al di sotto delle indicazioni UE, possono entrare nella quotidianietà degli italiani“.

“Serve una rivoluzione culturale. – spiega il presidente della Regione Lazio, Francesco RoccaAlcune comunità che vivono il parco o le aree protette li vedono come un ostacolo alla crescita. Questo è il tema vero, risucire a parlare con le nostre comunità, a far comprendere l’importanza di avere tutta questa biodiversità, 30mila specie animali, 3500 specie vegetali. Questo non deve mai diventare un elemento di ferita o strappo per la comunità”.

Con l’ente Roma Natura stiamo cercando di cambiare la rotta e collaborare su interventi importanti, uno tra tutti quello del Parco Monte Mario che ha subito l’incendio quest’estate, con un lavoro comune di rinaturalizzazione. Oppure il grande parco che è la pineta di Castel Fusano, che poi guarda al Parco delle Dune, oltre al verde anche mare e fiume, che sono i luoghi dove noi possiamo lavorare di più sulla biodiversità”, spiega a TeleAmbiente l’assessora all’ Agricoltura, Ambiente e Ciclo dei rifiuti Roma, Sabrina Alfonsi.

“Il nostro parco ha la fortuna di occuparsi di un territorio così bello e vasto ma di tre regioni, quindi significa passare per i consigli e le giunte regionali, e costruire un consenso è un’operazione non sempre così facile. – spiega Giovanni Cannata, Presidente Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise ai microfoni di TeleAmbiente – Un altro punto sulle criticità che noi vediamo è costituito dall’ipotesi della realizzazione di un impianto idroelelettrico all’interno del parco, non compatibile al momento con la lesiglazione vigente, e sia ben chiaro, noi su questo abbiamo già preso e continueremo a prendere una posizione“.

Gilberto Pichetto Fratin: “Ripartiamo da qui per disegnare il futuro”

La 394 è un’ottima legge ma ha trentaquattro anni e va adattata a un modello che tenga conto degli indirizzi internazionali, dell’esigenza di mettere in rete realtà straordinarie che non dialogano però tra loro e di dare a questa rete un coordinamento centrale continuativo. Questa due giorni è il riconoscimento dell’importanza che hanno per il sistema Italia le 1049 aree protette e i suoi gestori come primi attori dello sviluppo del territorio. Ripartiamo da qui per disegnare il futuro”, così il Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica Gilberto Pichetto Fratin intervenuto alla chiusura degli Stati Generali delle Aree protette italiane.

L’ampia partecipazione ha permesso di intraprendere un cammino di condivisione ampio della ricerca di soluzioni alle criticità di gestione. Alla necessità di rispondere alle attese legittime circa il miglioramento della gestione delle aree protette e ai bisogni degli operatori, il Ministero dell’Ambiente, ha offerto l’opportunità di redigere un documento programmatico condiviso, plurale, sensibile a tutte le sollecitazioni che sono pervenute da questa formidabile occasione di confronto. A cura del Ministero e di Federparchi si provvederà alla circolazione, fra i protagonisti degli Stati Generali, di una piattaforma documentale alla quale sarà possibile proporre suggerimenti ed emendamenti, al fine di pubblicare entro gennaio 2024 il documento definitivo”, ha spiegato Claudio Barbaro, Sottosegretario all’Ambiente e alla Sicurezza energetica.

I sei punti del documento programmatico: gli interventi sulla legge 394/91

Ricapitolando quanto emerso dal dibattito, gli interventi sulla 394/91 da ipotizzare, possono convergere in 6 punti riassunti in un documento programmatico:

1. Velocità/flessibilità decisionale
Il sistema è appesantito, sia dai gravami delle nomine gestionali, sia dalle stesse strutture interne. Valutare quindi come e quanto sia possibile proporre modelli più efficienti che sappiano conciliare tutte le esigenze in campo.

2. Governance
Il tema della Governance per Riserve e Aree Marine si è riproposto, nell’assunto che in questo caso, a differenza degli Enti Parco, gli Enti Gestori non hanno funzioni proprie ma svolgono la loro attività in virtù di una delega da parte del Ministero. Una più pertinente definizione della governance, delle funzioni e delle autonomie ad essa attribuite, pone anche il tema dell’Organico.

3. Organico
I Parchi e le altre Aree Protette, lamentano carenza di Organico amministrativo e di vigilanza. È un tema da risolvere e da sviluppare anche in materia di autonomia gestionale e di impiego delle Risorse.

4. Risorse
Emerge l’esigenza di promuovere uno sviluppo di una finanza pubblica delle aree protette, che al netto dei trasferimenti Statali, deve prevedere criteri di premialità, evitare residui non impiegati ed avanzi, agevolare un regime di agevolazione fiscale per l’ottenimento di trasferimenti liberali o di sponsorizzazioni, anche in una logica di intervento centrale, anche per godere dei vantaggi di una economia di scala.

5. Coordinamento
Coordinamento significa unità di visione, di narrazione, di prospettiva di tutte le Aree Protette. È in analisi la creazione di un organo al vertice della Rete complessiva di tutte le Aree Protette, nazionali e regionali, al fine di promuovere interventi comuni, collegamenti strategici, sviluppo unisono di indirizzi in svariati campi, compresa l’attività scientifica, di promozione, di educazione ambientale.

6. Educazione Ambientale
Potenziare fortemente l’educazione ambientale come il principale e più utile “momento di contatto” fra le Aree Protette e i cittadini.