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Stadio della Roma, il 21 aprile il progetto definitivo?

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A meno di clamorosi colpi di scena, il giorno del Natale di Roma il club giallorosso invierà in Campidoglio una parte consistente del progetto. Intanto, però, la data prevista per l’inaugurazione è già slittata dal 2027 al 2028. 

C’è una data simbolica in cui, a meno di clamorosi colpi di scena, l’AS Roma dovrebbe presentare il progetto definitivo del nuovo stadio: il 21 aprile, data della fondazione della città. Il sindaco, Roberto Gualtieri, ha annunciato che nei prossimi giorni arriverà una notizia positiva per quanto riguarda gli sviluppi sul nuovo impianto: “Stiamo lavorando molto alacremente e siamo in attesa di un passaggio molto rilevante, quindi non anticipo altro, basterà pazientare per vedere. Ci saranno notizie importanti a breve“. Anche se non menzionato espressamente, quindi, il giorno di Pasquetta, ma soprattutto del Natale di Roma, in Campidoglio dovrebbe essere consegnato, da parte del Friedkin Group, il progetto definitivo dello stadio in zona Pietralata.

La sensazione è che, nonostante (o proprio a causa di) vari ritardi, la Roma voglia anticipare la presentazione del progetto anche se gli scavi archeologici, previsti dal pubblico interesse votato nel 2023 dall’Assemblea Capitolina, non sono ancora stati completati. Finora, d’altronde, si è perso già troppo tempo, anche a causa dei vari ricorsi, e la proprietà del club giallorosso intende recuperare. Molto probabilmente, il progetto definitivo riguarderà alcuni aspetti che poco hanno a che vedere con la questione degli scavi, come l’opera in sé e le relative cubature, le infrastrutture accessorie, le modalità di accesso e la sostenibilità finanziaria. E solo al termine degli scavi, il progetto verrebbe integrato prima delle fasi successive (esame in Assemblea Capitolina, invio alla Regione Lazio e infine Conferenza dei Servizi decisoria).

Gli scavi archeologici, ritardati da vari ricorsi, dovrebbero concludersi al massimo tra un mese. Intanto, però, l’AS Roma punta ad accelerare i tempi presentando quanto prima il progetto definitivo. Un progetto che dovrà rispettare le varie indicazioni poste dall’Assemblea Capitolina nel maggio del 2023, quando per la votazione del pubblico interesse vennero fissati dei paletti sui trasporti, sui parcheggi e sulla sicurezza, anche in virtù della vicinanza con l’ospedale Sandro Pertini. Solo a quel punto, si potrà passare agli step successivi. Un iter complesso e sempre più lungo, anche per via dei vari ricorsi, che ha già fatto slittare, con tutta probabilità, la data prevista per l’inaugurazione dello stadio: non più 2027, anno del centenario della fondazione dell’AS Roma, ma 2028. Comunque, sempre nel corso della stagione del secolo di vita del club giallorosso.

L’opposizione allo stadio a Pietralata, tuttavia, non si ferma. Non riguarda più solamente alcuni residenti e comitati di cittadini, ma ha coinvolto anche la politica, fino a Bruxelles. Due europarlamentari, l’ex sindaco Ignazio Marino (Alleanza Verdi-Sinistra) e Dario Tamburrano (Movimento 5 Stelle), poco più di una settimana avevano diffuso una nota congiunta di totale opposizione al progetto, spiegata con la necessità di tutelare il bosco urbano di Pietralata. Un bosco su cui vertono le analisi degli esperti chiamati a stabilire se vada garantita la sua salvaguardia. “Ora è indispensabile congelare l’iter per lo stadio, affinché la realtà dei fatti emerga nella sua completezza e il bosco venga salvaguardato. Per rendersi conto che il bosco esiste basta andarci, o almeno leggere la relazione con cui un agronomo, a dicembre, ha stabilito che il bosco è tale anche rispetto alla definizione burocratica. L’amministrazione capitolina ora dovrà pur prendere coscienza” – la nota di Marino e Tamburrano – “Il bosco è di pubblica utilità ben più di nuovi ed enormi edifici, perché mitiga l’isola di calore urbano e riduce le polveri sottili. L’Europa ha imboccato la strada del contrasto a ulteriori cementificazioni urbane, faremo tutto il possibile per impedire che la Roma di Gualtieri vada in direzione ostinatamente opposta. Roma ha un numero enorme di ettari con edifici e aree dismesse da recuperare. Non siamo contro lo stadio, ma vogliamo che le nuove opere si realizzino senza consumo di suolo. Proteggere il verde di Roma, riutilizzando le zone già impermeabilizzate e dove sorgono stabili abbandonati, è e sarà il nostro mantra nell’interesse dei cittadini. Un’amministrazione saggia lavora per il bene dei cittadini, non per gli interessi dei costruttori“.

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