Home Attualità Stadio della Roma, il Tar boccia i ricorsi contro gli sgomberi

Stadio della Roma, il Tar boccia i ricorsi contro gli sgomberi

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Ora i ricorrenti, che chiedono il possesso dei terreni per usucapione, potrebbero appellarsi al Consiglio di Stato. Sbloccare l’accesso è necessario per concludere sondaggi e scavi propedeutici alla presentazione del progetto definitivo. 

Nuovi piccoli passi in avanti nel lungo e complesso iter che dovrebbe portare al nuovo Stadio della Roma in zona Pietralata. Mentre sta per terminare la prima fase dei sondaggi geologici e scavi archeologici, in cui finora non sono stati rinvenuti reperti antichi, è arrivata una sentenza del Tar che ha bocciato i ricorsi di alcuni residenti che avevano chiesto la sospensione degli sgomberi. Una sentenza molto attesa, dal momento che finora i tecnici incaricati dalla AS Roma, proprio per via dei ricorsi, non erano riusciti ad accedere a determinate aree interessate da varie vertenze giudiziarie tra i possessori e il Campidoglio.

La decisione del Tar

Il Comune di Roma considera quelle aree come patrimonio comunale e proprietà pubblica, mentre i possessori, inizialmente abusivi, hanno chiesto ai giudici di riconoscere loro la proprietà per usucapione. Il Tar era chiamato a decidere su due ordinanze del Campidoglio, che aveva intimato ai residenti di abbandonare i terreni entro 15 giorni. Questi ultimi avevano fatto ricorso, chiedendo la sospensione, ma la giustizia amministrativa ha riconosciuto la legittimità delle ordinanze comunali.
Nello specifico, il Tar ha affermato che le aree sono di proprietà del Comune di Roma e le ha riconosciute come ‘patrimonio indisponibile’, che non può essere venduto né ceduto per usucapione. Per costruire lo stadio, l’AS Roma chiederà al Campidoglio la concessione delle aree. Inoltre, i giudici del Tar hanno riconosciuto la volontà del Comune di destinare il bene a un pubblico servizio che un’occupazione privata senza titolo vorrebbe negare.

Gli scenari futuri

A questo punto, sono possibili due opzioni nel breve termine. La prima è che i ricorrenti, dopo la sentenza avversa, possano appellarsi al secondo grado della giustizia amministrativa, cioè il Consiglio di Stato. La seconda è che nelle prossime settimane (verosimilmente tra la fine di agosto e l’inizio di settembre) i terreni vengano liberati, tornando in pieno possesso del Comune di Roma e consentendo così di ultimare i sondaggi e gli scavi ancora mancanti e necessari per le analisi preliminari propedeutiche alla presentazione del progetto definitivo dello stadio.