Il Tar ha dato torto ai ricorrenti: gli abusivi devono andare via. Ma i gruppi di opposizione protestano.
Stadio della Roma, si avvicinano gli sgomberi in via degli Aromi ma arriva la protesta di due gruppi di opposizione in Campidoglio. Dopo la sentenza del Tar, che aveva bocciato la richiesta di sospensione degli sgomberi disposta da Roma Capitale, anche il Consiglio di Stato ha respinto l’istanza di un residente (anche se la decisione definitiva arriverà solo il 3 settembre). Le motivazioni riguardano la mancanza di elementi idonei per accettare il ricorso e dei titoli giuridici adatti per occupare i terreni, la cui proprietà è riconosciuta a Roma Capitale.
Ora, con queste sentenze favorevoli, si cerca di accorciare i tempi per gli sgomberi, in modo da consentire il prima possibile l’accesso ai tecnici che dovranno ultimare gli scavi e i sondaggi archeologici. I ricorsi, infatti, avevano impedito di effettuare i necessari rilievi nelle aree interessate. Sia il Campidoglio che l’AS Roma sperano di accelerare immediatamente, come spiegato da Maurizio Veloccia. “Accogliamo con molta soddisfazione le due ordinanze del Tar, che ha riconosciuto in modo inequivocabile la validità dei provvedimenti della nostra Amministrazione” – il commento dell’assessore all’Urbanistica – “In assenza della volontà di liberare bonariamente gli immobili, saremo costretti ad avviare le procedure di sgombero forzoso. I provvedimenti potranno passare a una fase operativa“.
Anche in caso di ricorso al Consiglio di Stato, dopo la sentenza del Tar, l’ordine di rilascio delle aree è immediatamente esecutivo. Ed è per questo che gli sgomberi potrebbero scattare anche nei prossimi giorni. Gli unici ostacoli, al momento, riguardano alcuni atti legati alle verifiche dei servizi sociali su eventuali fragilità e i tempi burocratici di determine dirigenziali, convocazioni e lettere. Lo conferma Il Messaggero. Questione di (poco) tempo, comunque, poi si potrà procedere, se necessario, agli sgomberi forzosi. Un eventuale ricorso al Consiglio di Stato verebbe discusso in un lasso di tempo molto breve e la sentenza potrebbe arrivare anche entro il 29 agosto. Se i giudici di Palazzo Spada confermeranno la sentenza del Tar, si potrà porre fine alla vicenda giudiziaria. A quel punto, il prossimo mese di settembre si rivelerebbe assolutamente cruciale.
Se, come sperano il Campidoglio e l’AS Roma, tutto dovesse procedere senza intoppi e con una decisione favorevole del Consiglio di Stato, a settembre sono previsti incontri assolutamente cruciali. Nell’incontro del 24 luglio scorso, le due parti avevano concordato una tabella di marcia per la presentazione di alcuni aspetti di quello che sarà il progetto definitivo: flussi di traffico, mezzi pubblici, parcheggi, impatto acustico, accessibilità all’ospedale Pertini per i mezzi di soccorso, e altro. Prima, però, servirà concludere gli ultimi sondaggi geologici e scavi archeologici, che saranno possibili, a questo punto, con gli sgomberi (spontanei o coatti).
Sugli sgomberi, però, arrivano le proteste di alcuni gruppi dell’Assemblea Capitolina. I più agguerriti sono senza dubbio i rappresentanti del Movimento 5 Stelle. “Siamo sinceramente preoccupati e raccogliamo l’allarme dei Comitati, anche perché sugli sgomberi sussistono sentenze dagli esiti disparati. Sarebbe cosa buona e giusta evitare un’operazione di questo tipo che porterebbe grave nocumento a una fetta di cittadinanza in pieno agosto, in un periodo già difficile e stressante” – la nota dei consiglieri capitolini Daniele Diaco e Linda Meleo – “Il progetto stadio deve contemplare tutte le tutele per il patrimonio privato dei cittadini e quello pubblico della città, come il rispetto per i boschi e il verde urbano. Continueremo a seguire con attenzione la vicenda, perché nessuno subisca danni“.
A protestare, anche il gruppo capitolino di Fratelli d’Italia. “Sugli sgomberi ad agosto chiediamo maggiori cautele. C’è una forte discrepanza tra la sentenza del tribunale civile e quella del Tar su cui si basa l’azione di sgombero dell’amministrazione. La prima infatti riconosce espressamente il titolo possessorio mentre la seconda, per giunta successiva, nega l’esistenza di un titolo” – la nota dei consiglieri Giovanni Quarzo, Francesca Barbato, Stefano Erbaggi, Mariacristina Masi, Rachele Mussolini e Federico Rocca – “Ecco che allora lo sgombero ad agosto sembra più una decisione politica per evitare rigurgiti nella stessa maggioranza capitolina. Consigliamo vivamente al Sindaco di aspettare la pronuncia definitiva del Consiglio di Stato visto che è stato depositato apposito ricorso. Abbiamo aspettato tanto, qualche settimana in più può portare solo buoni consigli“.
Molti dubbi sono stati espressi anche dai consiglieri capitolini di Alleanza Verdi-Sinistra. “La sentenza del Tar non deve produrre accelerazioni inutili e dannose per l’Amministrazione capitolina e per i cittadini. Speriamo invece che si scelga di proseguire sulla strada del confronto, della trasparenza e della partecipazione, come è stato sempre fatto sin dalla votazione del pubblico interesse” – il punto di Nando Bonessio, Michela Cicculli e Alessandro Luparelli – “In attesa di una conclusione certa dal punto di vista giudiziario, sia in sede civile che amministrativa, è opportuno procedere con attenzione tenendo conto degli interessi di tutti. Bisognerà farlo soprattutto insieme all’AS Roma che deve ancora fornire risposte adeguate ai ben noti quattro quesiti: trasporto pubblico, tutela del verde esistente, riordino e risistemazione della viabilità, inquinamento acustico e impatto sulla fruibilità del Pertini. Se non si procederà di pari passo, si rischia di espropriare senza però sapere se le soluzioni individuate dalla Roma sono adeguate“.