Il Tribunale Civile di Roma ha ordinato l’interruzione dei sondaggi geognostici nella zona di via degli Aromi. Nelle altre aree, però, le attività proseguono.
Un nuovo stop all’iter che dovrebbe portare al futuro Stadio della Roma in zona Pietralata? Il Tribunale Civile di Roma ha infatti ordinato al Campidoglio di interrompere “qualsiasi turbativa possessoria” nei confronti dei residenti di via degli Aromi e “di astenersi dall’accedere e/o far accedere alcuno negli immobili oggetto del ricorso“. Una notizia che ha fatto esultare i comitati dei residenti contrari al progetto, riuniti nel coordinamento ‘Sì al Parco, Sì all’Ospedale, No allo Stadio’.
Con la decisione del Tribunale, di fatto vengono sospesi i sondaggi geognostici in corso nelle ultime settimane in via degli Aromi, una porzione del territorio interessato dal progetto dello Stadio della Roma (anche se proseguono quelli in altre aree interessate). “L’ordinanza riconosce il possesso legittimo delle aree in capo ai ricorrenti, andando a chiudere definitivamente la falsa narrazione del sindaco Roberto Gualtieri e dell’assessore Maurizio Veloccia che, in maniera superficiale e propagandistica, parlavano di ‘occupanti o detentori abusivi di aree di proprietà pubblica’. Mettiamo quindi la parola fine a mesi di illazioni e di bullismo istituzionale praticato da chi dovrebbe difendere i propri cittadini da azioni di molestia e turbativa” – spiegano i comitati dei residenti – “Al contempo, confutiamo le farneticazioni del sindaco e dell’assessore in merito alla fantomatica presentazione di un progetto definitivo entro pochi mesi, quando già da documenti in nostro possesso il termine inizialmente pensato era proprio il mese di maggio 2024. A Pietralata c’è un’area verde e boscata da tutelare e salvaguardare, c’è un futuro già scritto, fatto di benessere e accesso alla sanità, che nessuno ci potrà mai portare via“.
La notizia dell’ordinanza del Tribunale ha generato però reazioni anche all’interno della Giunta capitolina e, in particolare, nell’Assessorato all’Urbanistica. “L’ordinanza ha natura cautelare e si riferisce solo alla tutela del possesso dell’area da parte dei ricorrenti, senza minimamente esprimersi sulla questione della proprietà e lasciando del tutto impregiudicata ogni ulteriore azione da parte di Roma Capitale, che potrà adottare tutti i successivi atti necessari per portare avanti il procedimento. Va ricordato che in altri giudizi sul tema della proprietà delle aree, il Tribunale si è già espresso relativamente a due delle tre cause promosse per usucapione con due ordinanze di rigetto. In particolare, si fa espressamente riferimento alla non usucapibilità delle aree, già appartenenti al patrimonio indisponibile di Roma Capitale” – si legge in una nota diffusa immediatamente dopo la decisione dei giudici – “Nell’ordinanza il Giudice afferma che la tutela possessoria accordata non implica alcunché sul piano giuridico, sostanziale e/o processuale in ordine ad altri eventuali atti, provvedimenti, attività dell’Amministrazione. Il giudice afferma anche che il giudizio presenta una specificità di oggetto e di natura giuridica che non produce implicazioni ostative al di fuori del suo perimetro. Ci conferma il diritto e l’intenzione dell’Amministrazione Capitolina di definire il procedimento di recupero del possesso delle aree detenute dai ricorrenti, già avviato negli scorsi mesi, che potrà concludersi con l’emissione di un provvedimento di acquisizione forzosa dell’area“.
Dopo la nota dell’Assessorato, è intervenuto personalmente, a fare il punto della situazione, anche Maurizio Veloccia. “Faremo sgomberi, anche forzosi senza una riconsegna volontaria dei luoghi. Le attività stanno proseguendo, la Roma si è fermata solo un mese fa a seguito di un esposto dei comitati con cui era stata chiesta la verifica su possibili nidificazioni nell’area, ma nel sopralluogo della Forestale e del Dipartimento Ambiente si è verificato che in diverse aree non c’erano nidi presenti e sono ricominciati i sondaggi” – ha spiegato l’assessore capitolino all’Urbanistica – “Le aree interessate dall’ordinanza del Tribunale sono di Roma Capitale che a suo tempo le espropriò, purtroppo il patto fatto vent’anni fa con i proprietari per una restituzione su richiesta oggi non è onorato. Non c’è un tema di proprietà, solo di possesso: è come quando uno affitta la casa a qualcun altro, ovviamente non perde la proprietà, ma non può entrarci anche se è casa sua, fino a quando non fa tutti i provvedimenti per mandare via l’affittuario“.
“L’AS Roma non ha alcun tipo di ruolo, deve fare i sondaggi nelle aree che le vengono consegnate e predisporre il progetto definitivo. La riconsegna delle aree a Roma Capitale compete all’Amministrazione, ma non avverrà tutto in pochi giorni: ci sarà una procedura da notificare, ci sarà una resistenza da parte dei soggetti. Sapevamo tutti dall’inizio, noi come la Roma, che ci sarebbe stato un percorso da fare” – ha chiarito Maurizio Veloccia – “L’importante è andare avanti con tutte le attività propedeutiche e che l’AS Roma, come ci ha assicurato, lavori sulla definizione del progetto: parcheggi, mobilità alternativa, dove posizionare i vari accessi allo stadio, il lavoro con Ferrovie dello Stato per quanto riguarda la passerelle. Questa vicenda potrebbe rallentare i lavori, ma ci sono vari iter paralleli, mentre l’iter progettuale va avanti a prescindere, nel frattempo non stiamo fermi“.
“Noi abbiamo fatto tutto ciò che era necessario e stiamo continuando a farlo, anche risolvendo questi problemi. Abbiamo fatto il dibattito pubblico, che qualcuno ci suggeriva di non fare proprio, per confutare che ci fossero criticità insormontabili. Stiamo andando avanti sul tema dei sondaggi. Non ho date sul progetto definitivo, quelle deve darcele chi lo consegna e non siamo noi. Posso dare le date sulle opere pubbliche che si stanno facendo a Roma, sulle opere private devono darle i privati” – ha proseguito l’assessore capitolino all’Urbanistica – “Rispettare il cronoprogramma dell’inaugurazione dello stadio nel 2027? Non voglio sbilanciarmi, abbiamo sempre detto, e la Roma ovviamente su questo sta lavorando, che bisogna presentare un progetto completo. La Roma sta lavorando, e l’iter sta andando avanti, con tutti i sondaggi effettuati, in modo da non avere brutte sorprese dopo. Rispettiamo la loro strategia, il tema è quello di avere un progetto finito che possa avere rapidamente tutti i pareri positivi dei tantissimi enti preposti“.
Maurizio Veloccia ha parlato anche del tema dei reperti archeologici: “L’area è in sicurezza e non mi pare ci siano ritrovamenti particolarmente degni di nota, sapevamo comunque che quell’area ha delle emergenze archeologiche, quindi bisognerà stare attenti. La Sovrintendenza definisce quell’area, come sostanzialmente tutta Roma, con delle preesistenze quindi progressivamente, se con gli scavi si troveranno reperti, andranno messi in sicurezza, valorizzati e tutelati. A Piazza Pia e alla fermata della Metro C Amba Aradam, così come a Piazza Venezia, siamo andati avanti con un’enorme mole di ritrovamenti archeologici, possiamo gestire anche a Pietralata“.