Le operazioni sono partite questa mattina, ma non sono mancate le proteste da parte di varie associazioni e comitati. Nei giorni scorsi, anche M5S, Fdi e Avs avevano espresso critiche e perplessità.
Stadio della Roma, si parte subito con gli sgomberi a Pietralata. Nella mattinata di mercoledì 7 agosto, nonostante le proteste dei giorni scorsi da parte di alcuni gruppi di opposizione in Campidoglio, sono state quattro le persone residenti in via degli Aromi a cui è stato notificato l’atto di sgombero. Presenti, nella zona, diverse pattuglie del gruppo Tiburtino e dell’Unità Sicurezza pubblica ed emergenziale (Spe) della Polizia Locale di Roma Capitale, oltre al personale della Sala operativa sociale.
Nei giorni scorsi, dopo la sentenza del Tar che intimava agli occupanti di via degli Aromi di abbandonare uno spazio riconosciuto come patrimonio pubblico e di proprietà del Comune di Roma, le opposizioni in Campidoglio avevano chiesto di rimandare gli sgomberi di qualche settimana. Invece, non si è perso tempo, nel tentativo di accelerare le procedure per consentire il completamento di scavi archeologici e sondaggi geologici. Proprio i ricorsi degli occupanti avevano infatti impedito di completare quella fase sondaggistica.
L’improvvisa (ma di certo non inaspettata) accelerazione ha quindi suscitato parecchie proteste. Il Comitato Sì al Parco, Sì all’Ospedale, No allo Stadio, a nome di tanti altri comitati e associazioni (tra cui Fridays for Future Roma, ASIA-USB, FARE Castelli, Rete per Aguzzano, LEA Berta Caceres, solo per citarne alcuni), oltre che di alcuni partiti, ha indetto un’assemblea pubblica per il prossimo 21 settembre e condannato gli sgomberi.
“Il Tar ha respinto i ricorsi degli abitanti di via degli Aromi, definendoli occupanti senza titolo nonostante il Tribunale Ordinario di Roma li abbia identificati come detentori prima e legittimi possessori poi. L’incomprensibile ordinanza dà quindi il via all’attività preferita della nostra Giunta ‘di sinistra’: sgomberi in favore di interessi privati ed elettorali e la conseguente distruzione del bosco urbano presente nell’area” – si legge nella nota – “Per minimizzare l’opposizione dei cittadini, e col timore di una crisi politica interna alla maggioranza, da sempre attenta (almeno a parole) ai diritti dei più deboli, il tutto avviene nel mese di agosto. Queste azioni vergognose, che ledono i diritti più basilari delle persone, sono solo un piccolo antipasto di ciò che avverrebbe con l’approvazione del ddl che permetterebbe di silenziare qualunque forma di dissenso“.
“Quelli che festeggiano per questo sgombero sono gli stessi che a luglio del 2023 hanno esultato per la sentenza con cui lo stesso Tar ha respinto i ricorsi contro la costruzione dell’inceneritore di Santa Palomba dove Acea, ancora una volta, cerca profitti, come nel raddoppio del Peschiera, in favore di una capitale che succhia risorse e produce scarti da accatastare in periferia. Sono gli stessi che scambiano il Pratone di Torre Spaccata o di via Teulada, Parco Piccolomini o l’ex Snia Viscosa come vuoti urbani da colmare con colate di cemento, fatte passare per rigenerazione urbana e riqualificazione di spazi che andrebbero restituiti ai cittadini come verde pubblico, o che vorrebbe usurpare un’area costiera con la costruzione di un inutile porto crocieristico a Fiumicino” – prosegue l’affondo dei comitati e delle associazioni contro gli sgomberi – “Il progetto dello Stadio della Roma a Pietralata oggi è il simbolo della visione di uno sviluppo predatorio e ottuso di questa giunta “di sinistra”, che ignora sistematicamente i veri bisogni della cittadinanza e dei ceti più emarginati, che devasta il tessuto urbano dei quartieri con interventi che privilegiano il business dei privati anziché le necessità della popolazione, come l’accesso alle cure del vicino ospedale Sandro Pertini”. Rilanciamo quindi una stagione di lotte, dalla salute all’ambiente, dalla salvaguardia degli spazi sociali alla lotta per il diritto alla casa, per alzare la testa di fronte a una visione politica che continua a lasciare indietro i molti per gli esclusivi e impellenti interessi di pochi“.
In risposta alle critiche e agli attacchi, sono arrivate le dichiarazioni di Tobia Zevi, assessore al Patrimonio e alle Politiche abitative di Roma Capitale. “I terreni di proprietà del Comune sono nuovamente liberi, sono state risolte le occupazioni delle quattro aree interessate. Continua il nostro impegno affinché l’iter per la realizzazione del nuovo stadio della Roma possa proseguire agevolmente” – ha spiegato l’assessore capitolino – “Oggi abbiamo coordinato un intervento delicato e strategico per questa grande opera, liberando una zona molto estesa di proprietà di Roma Capitale. Ringrazio tutte le istituzioni per la sinergia e, in particolare, i servizi sociali del Municipio IV con cui ci stiamo occupando dei casi fragili“.