In questo numero di Agrifood Magazine, realizzato in collaborazione con TeleAmbiente: 1) Spreco alimentare: il 50% del cibo finisce nella spazzatura; 2) Pnrr, 600 richieste per bando agrivoltaico; 3) Mercato del vino fiacco nei primi sei mesi dell’anno; 4) Export Made in Italy verso un nuovo record
In questo numero di Agrifood Magazine, realizzato in collaborazione con TeleAmbiente:
1) Spreco alimentare: il 50% del cibo finisce nella spazzatura: Lo spreco alimentare in Italia continua a crescere. Ogni settimana finiscono nel bidone della spazzatura ben 683,3 grammi di cibo pro capite. Tra i cibi più sprecati troviamo la frutta fresca (27,1 g), le verdure (24,6 g), il pane fresco (24,1 g), le insalate (22,3 g), cipolle, aglio e tuberi (20 g). Vale a dire i prodotti principe della Dieta Mediterranea. Tra le cause che hanno determinato l’aumento dello sperpero alimentare nel nostro Paese, l’aumento dei prezzi che spinge i consumatori ad acquistare alimenti di inferiore qualità che deperiscono subito. Sono questi alcuni dei dati più significativi che emergono dal Rapporto Internazionale Waste Watcher 2024, “Lo spreco alimentare nei Paesi del G7: dall’analisi all’azione”, curata dall’Osservatorio Waste Watcher International-Campagna Spreco Zero, dall’Università di Bologna assieme a IPSOS. A livello nazionale, il Sud e il Centro sono le aree dove lo spreco è maggiore con un +9% rispetto alla media nazionale (al sud 747 g pro capite a settimana, al centro 744 g pro capite), mentre il Nord è relativamente più virtuoso con un -11% sempre rispetto alla media nazionale (606,9 g pro capite). In vista del prossimo G7 Agricoltura di Siracusa, lo studio ha sviluppato anche un focus sui Paesi membri, soprattutto nell’ottica di comparare le buone pratiche e condividere esperienze reciproche per la prevenzione dello spreco alimentare.
2) Pnrr, 600 richieste per bando agrivoltaico: Alla chiusura del bando PNRR per incentivare lo sviluppo dell’agrivoltaico innovativo sono giunte dagli operatori 643 richieste di partecipazione alle procedure di selezione delle iniziative. La maggior parte è arrivata dal Mezzogiorno, per progetti con potenza complessiva di oltre 1,7 gigawatt. Rispetto alle risorse PNRR dedicate alla misura, le richieste finora pervenute ammontano a circa 920 milioni di euro. I numeri emergono dal riepilogo del Gestore dei Servizi Energetici, che per conto del Ministero dell’Ambiente gestisce la misura rivolta a sostenere la costruzione di sistemi ibridi agricoltura-produzione energetica, che non compromettono l’utilizzo dei terreni dedicati all’agricoltura, contribuendo alla sostenibilità ambientale ed economica delle aziende. Per il Ministro Gilberto Pichetto Fratin si tratta di un risultato molto incoraggiante e che certifica la matura attenzione del mondo agricolo verso misure che facciano coesistere produzione di qualità e nuove soluzioni energetiche rinnovabili.
3) Mercato del vino fiacco nei primi sei mesi dell’anno: Mercato del vino fiacco nei primi sei mesi dell’anno. Secondo un’analisi realizzata da Nomisma in collaborazione con NIQ-NielsenIQ, le vendite nel canale retail italiano fanno registrare un calo a volume di quasi il 3% rispetto allo stesso periodo 2023. Nel complesso si evince una riduzione nelle quantità vendute comune a tutti i format distributivi, ma non alle diverse categorie. Nello specifico, per i vini fermi e frizzanti il calo nei volumi risulta maggiore nell’e-commerce mentre è meno accentuato nel segmento discount. Al contrario, per gli spumanti la variazione è di segno positivo in tutti i comparti salvo che nel segmento Cash&Carry. Sui mercati esteri, invece, si scorge qualche segnale di ripresa. Se è vero che al giro di boa del primo semestre 2024 le importazioni cumulate di vino nei principali 12 mercati globali, rappresentativi di oltre il 60% degli acquisti mondiali di vino in valore, si mantengono ancora in territorio negativo, va segnalato un miglioramento rispetto al cumulato del primo trimestre. Per altro le importazioni di vino dall’Italia registrano performance migliori rispetto al trend generale. In particolare, rispetto allo stesso semestre del 2023 gli acquisti di vini italiani a valore risultano positivi negli Stati Uniti, nel Regno Unito, in Canada e in Brasile mentre soffrono in Germania e nei paesi asiatici.
4) Export Made in Italy verso un nuovo record: L’export alimentare nel mese di luglio è cresciuto del doppio rispetto al dato generale, registrando un +15,7%, portando il cibo Made in Italy verso un nuovo record dopo i 64 miliardi in valore raggiunti lo scorso anno. È quanto emerge dall’analisi della Coldiretti sui dati Istat relativi al commercio estero del settimo mese del 2024 nel confronto con lo stesso periodo del 2023. Un vero e proprio boom si registra sul mercato americano dove l’enogastronomia Made in Italy registra un incremento del 30% – rileva Coldiretti – ma la crescita a doppia cifra contraddistingue anche Francia (+11%), Gran Bretagna (+15%), Cina (+18%) e Russia (+28%). Ferma ad un +9% invece, la Germania. Se si guarda poi al dato complessivo dei primi sette mesi, le esportazioni agroalimentari totale hanno raggiunto il valore di 40 miliardi di euro e se il trend di crescita dovesse essere mantenuto si potrebbero arrivare quest’anno a sfiorare i 70 miliardi di euro. Il prodotto più esportato è il vino davanti all’ortofrutta trasformata, i formaggi (+8%), la pasta gli altri derivati dai cereali, frutta e verdura fresche (+6%), salumi e olio d’oliva. Un successo sul quale continua ad incidere l’italian sounding, ovvero il falso Made in Italy agroalimentare, che nel mondo vale oggi 120 miliardi di euro sottraendo risorse e opportunità di lavoro all’Italia. Da qui la necessità – precisa Coldiretti – di un chiaro stop al fenomeno della contraffazione internazionale a partire dagli accordi commerciali stipulati dall’Unione Europea dove serve l’applicazione del principio di reciprocità.