Alimenti e sprechi, a che punto siamo in Italia? Presentati a Roma i nuovi dati dell’Osservatorio Waste Watcher in occasione dell’11esima Giornata Nazionale di prevenzione dello spreco alimentare.
Ogni famiglia butta 290 euro all’anno a causa degli sprechi alimentari.
Ma la questione davvero allarmante è legata all’allarme sociale che emerge da un quadro di forte incertezza generale, come testimoniano i dati che per il primo anno Waste Watcher International analizza sul piano della sicurezza alimentare in Italia usando l’indice FIES (Food Insecurity Experience Scale), che misura il livello di accesso delle persone a cibo adeguato e nutriente.
Questo è quanto emerge dal Rapporto “Il caso Italia” dell’Osservatorio Waste Watcher International, presentato a Roma nello Spazio Europa, oggi lunedì 5 febbraio, per l’undicesima Giornata nazionale della prevenzione dello spreco alimentare, dal tema “Make the difference. Stop #foodwaste“.
Il Rapporto Waste Watcher “Il Caso Italia” è stato realizzato per la campagna pubblica di sensibilizzazione Spreco Zero su monitoraggio Ipsos/Università di Bologna Distal, per la direzione del professore di economia circolare e politiche per lo sviluppo sostenibile Andrea Segrè, ordinario all’Università di Bologna, e per il coordinamento del docente Unibo Luca Falasconi.
Ma com’è la situazione dell’Italia? I dati del nuovo rapporto annuale dell’Osservatorio Waste Watcher
“L’incremento è dove ci sono le fasce più deboli della popolazione, quelle più colpite dall’inflazione alimentare che diminuiscono dal punto di vista sia quantitativo che qualitativo gli acquisti“, ha dichiarato Andrea Segrè, fondatore campagna Spreco Zero, a TeleAmbiente.
Dopo alcuni anni in cui il trend è stato positivo, nel 2023 l’Italia vede risalire i propri dati sullo spreco alimentare. Ogni italiano ha buttato 75 grammi di cibo al giorno ed è probabile che nel 2024 le cose saranno addirittura peggiori, con lo spreco che potrebbe salire a 81 grammi al giorno, l’8% in più.
A buttare inutilmente più cibo sono le famiglie senza figli e i consumatori più poveri, un fenomeno più accentuato al Sud che al Nord. Tutto questo, oltre ad aumentare i rifiuti e a influire sul riscaldamento globale, porta anche a un più che veniale ma non trascurabile spreco economico.
“Il Caso Italia” 2024, rapporto annuale dell’Osservatorio Waste
Watcher, è un’istantanea fedele degli italiani, a tu per tu con lo
spreco alimentare fra inflazione e incertezza globale.
Chi si dichiara “povero” non solo mangia peggio, ma spreca di più (+ 17%). Quali le ragioni? innanzitutto economiche.
L’effetto prolungato dell’inflazione abbassa il potere d’acquisto e
indirizza verso cibo di peggiore qualità e più facilmente deteriorabile. Un consumatore su 2 a basso potere d’acquisto
cerca cibo a ridosso di scadenza per risparmiare. il 41% sceglie il
discount a scapito del negozio, il 77% ha intaccato i risparmi per
fare fronte al costo della vita, il 28% tagliato ulteriormente il
budget per la spesa alimentare. Scende il consumo biologico, si
spreca di più a sud, meno a nord, più in città e meno nei piccoli
centri, e soprattutto sprecano le famiglie senza figli.
Ogni anno oltre al cibo buttiamo nel cassonetto 13 miliardi di euro
Si passa da 75 a quasi 81 grammi di cibo buttato ogni giorno pro capite nelle nostre case (80,9 grammi, per l’esattezza) e da 524,1 grammi settimanali nel 2023 a 566,3 grammi settimanali nel 2024.
Si tratta dell’8,05% di spreco in più rispetto a un anno fa. Nel 2024 in Italia lo spreco alimentare costa ca 290 € annui a famiglia, ca 126 € pro capite ogni anno.
Si spreca di più nelle città e nei grandi Comuni (+ 8%) e meno nei piccoli centri, sprecano di più le famiglie senza figli (+ 3%) e molto di più i consumatori a basso potere d’acquisto (+ 17%). Si spreca di più a sud (+ 4% rispetto alla media nazionale) e meno a nord (- 6% rispetto alla media). Vale oltre 13 miliardi €, per l’esattezza.
13.155.161.999 lo spreco complessivo di cibo in Italia: un dato vertiginoso che include lo spreco a livello domestico – che incide per oltre 7miliardi e 445 milioni), quello nella distribuzione che vale circa la metà (quasi 4 miliardi €, per la precisione 3 miliardi e 996 milioni €), oltre allo spreco in campo e nell’industria, molto più contenuto (vedi slide allegate).
L’app Sprecometro, già sviluppata dall’Osservatorio Waste Watcher International per misurare e prevenire lo spreco di cibo, da soli o in gruppo, si evolve con una nuova funzione per rilevare gli sprechi per tutti i pubblici esercizi: bar, pizzerie, ristoranti, e anche per le mense scolastiche ed aziendali. Basterà, nella fase di inserimento di un alimento sprecato, selezionare l’opzione ‘fuori casa’ oppure ‘in mensa’.
Come gestire gli sprechi alimentari in cucina? I consigli di Cristina Bowerman chef stellata di Glass Hostaria, a Roma nel cuore di Trastevere Roma, ristorante selezionato nella Guida Michelin Italia 2024.
Tutti gli altri consigli per combattere gli sprechi alimentari QUI
L’impoverimento degli agricoltori è un fattore importante e da tenere sotto controllo che si lega indirettamente anche agli sprechi alimentari. Il commento di Andrea Segrè.