Sprechi alimentari. In Italia si sprecano 65 Kg di cibo/anno pro capite. Il 5 febbraio in occasione della Giornata Nazionale contro lo Spreco Alimentare dati mostrano un fenomeno drammatico che ci allontana dagli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile.
Ogni anno sprechiamo 1,3 miliardi di tonnellate di cibo all’anno (1/3 della produzione mondiale). Entro il 2030 saliremo a circa 2,1 miliardi di tonnellate (+61,5% rispetto a oggi), con ulteriori danni a livello sociale, economico e ambientale. Quando parliamo di spreco alimentare parliamo sia di cibo perso (Food Loss) che sprecato (Food Waste). Il primo è quello che si ferma nelle prime fasi della filiera produttiva, prima di essere venduto. In Italia corrisponde al 2% del cibo prodotto. Lo spreco di cibo, invece, avviene a livello domestico, nei ristoranti e nei negozi. In Italia si sprecano 65 Kg di cibo/anno pro capite.
Frutta e verdura sono i cibi in testa alla classifica dello spreco lungo la filiera ma anche a casa del consumatore. Sono numeri che fanno riflettere quelli veicolati dalla campagna Spreco Zero di Last Minute Market in occasione della sesta Giornata nazionale di Prevenzione dello Spreco alimentare, promossa dal Ministero dell’Ambiente con la campagna Spreco Zero insieme all’Università di Bologna – Distal (Dipartimento Scienze e Tecnologie Agroalimentari) attraverso il progetto 60SeiZERO.
Lo spreco alimentare ci allontana dal raggiungere i 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile dell’Onu:
- SDG #1, Sconfiggere la povertà – Lo spreco alimentare costa a livello globale 2.600 miliardi di dollari/anno (tra costi ambientali, sociali e valore economico). Ridurlo può contribuire a combattere la povertà
- SDG #2, Sconfiggere la fame – Ridurre del 25% lo spreco alimentare a livello mondiale sarebbe sufficiente a sfamare le persone malnutrite a livello globale[5]
- SDG#4, Istruzione di qualità – Promuovere, presso le istituzioni scolastiche di ogni ordine e grado, percorsi mirati all’educazione alla sostenibilità, è cruciale per prevenire lo spreco degli alimenti e per favorire una cultura del recupero
- SDG #9, Imprese, Innovazione e Infrastrutture – Adottare i principi dell’economia circolare, anche attraverso l’innovazione, può dar vita a un processo virtuoso per la riduzione dello spreco alimentare
- SDG #10, Ridurre le disuguaglianze – Ridurre la perdita di cibo nei Paesi in via di sviluppo, grazie al risparmio economico che verrebbe generato, aiuterebbe a diminuire le disuguaglianze all’interno e tra Paesi
- SDG #11, Città e Comunità sostenibili – L’impegno tra cittadini, istituzioni e distribuzione nella lotta allo spreco può rendere più sostenibili e a misura di persona le città, contribuendo alla redistribuzione del cibo
- SDG #12, Consumo e Produzione Responsabile – La crescente richiesta dei consumatori di ridurre gli sprechi, unita all’impegno della distribuzione, rappresenta un buon esempio di consumo e produzione responsabile. Ridurre le perdite alimentari per le aziende rappresenta un vantaggio economico stimato in 14 dollari risparmiati in costi operativi per ogni dollaro investito nella riduzione di spreco e perdita di cibo[6]
- SDG #13, Lotta contro il cambiamento climatico – il cibo sprecato produce circa l’8% delle emissioni di gas serra del Pianeta. Se lo spreco fosse un Paese sarebbe il terzo più grande “emettitore” al mondo dopo Cina e USA
- SDG #15, Vita sulla terra – spreco e produzione di cibo implicano un consumo di risorse della terra che vengono sacrificate inutilmente. Ridurlo farebbe risparmiare circa il 30% della superficie agricola disponibile[7]
- SDG #17, Partnership per gli obiettivi – per contrastare lo spreco alimentare e le perdite di cibo, è necessario dar vita a partenariati inclusivi multidisciplinari fra governi, settore privato e società civile a livello globale, regionale e locale.
Fonte: Fondazione Barilla Center for Food e Nutrition
In occasione della Sesta giornata di lotta allo spreco alla Fao ci sarà una mostra delle opere di Altan sul tema. Ironia e intelligenza per combattere le cattive abitudini che ci costano miliardi l’anno in cibo commestibile gettato via, per distrazione e poca programmazione nel fare la spesa.
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