Spazio, la Cina è sempre più vicina alla Luna con la missione Chang’e 6

La missione robotica cinese Chang’e 6 tenterà, per la prima volta, di riportare sulla Terra dei campioni della faccia nascosta della Luna

Quando si parla di missioni spaziali, i cinesi stanno bruciando le tappe. Il prossimo importante appuntamento è previsto per il 2 giugno, quando la navicella cinese Chang’e 6 atterrerà sulla Luna. Ma non si tratta di una semplice missione di allunaggio. Se la spedizione riuscirà con successo avrà un impatto importante per lo studio del nostro satellite, come ha spiegato il giornalista aerospaziale Giorgio Di Bernardo, ospite di Rapporto Mondo: “Questa è la quarta missione che atterra sulla Luna e la seconda che atterra sul lato nascosto della Luna – ha spiegato Di Bernardo – I cinesi sono stati i primi ad atterrare qui. In particolare atterreranno vicino al polo sud lunare. Fanno un doppio record perché al polo sud lunare ci sono delle zone quasi sempre illuminate quindi le future basi spaziali permanenti umane avranno il vantaggio di avere sempre luce e poi al polo sud lunare sappiamo che c’è acqua ghiacciata e questo consentirà di non dover trasportare l’acqua da Terra, ma di produrre acqua e ossigeno direttamente lì sulla Luna”.

Un altro primato importante sarà quello di portare sulla Terra dei campioni del lato nascosto della Luna, la cui superficie verrà perforata fino a 2 metri di profondità. Ma i primati cinesi non sembrano essere finiti: “La prossima missione – prosegue Di Barnardo – si prevede che porterà un piccolo rover di nuova generazione che saltellerà invece id camminare e quella successiva prevista per il 2028 farà un esperimento per costruire qualcosa con una stampante 3d con i materiali della superficie lunare e questo è un passo avanti gigantesco perché significherà poter costruire delle basi spaziali con quello che c’è sulla Luna senza portare quasi nulla da Terra salvo gli astronauti e i sistemi di supporto vitali indispensabili. I cinesi hanno detto che vogliono arrivare sulla Luna entro il 2030 e se continuano così ci torneranno prima degli americani“.