L’idea è di Pablo Vidarte, fondatore di Bioo, una start up che oggi produce le batterie utilizzate soprattutto in campo agricolo. “Il ritorno dell’investimento in meno di un anno”, assicura.
Generare energia elettrica dalle piante è possibile. Anzi, è già realtà. Lo spagnolo Pablo Vidarte ha fondato Bioo, una startup rivoluzionaria che genera elettricità dalla fotosintesi delle piante.
Creata quando aveva solo 19 anni (oggi ne ha 25), Bioo – Electricity from Nature è una azienda che trasforma le piante in interruttori biologici, genera energia rinnovabile dalla natura e trasforma l’ambiente.
La sua creazione è avvenuta grazie a ingegneri, biologi e nanotecnologi che all’epoca si offrirono volontari per trasformare la sua idea per la creazione di batterie biologiche in realtà.
Soltanto un anno dopo l’inizio dei lavori era pronto un prototipo ed è arrivato anche un investitore che ha messo i soldi sul tavolo.
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Il giovane inventore spagnolo ha spiegato che come esseri umani “ci siamo resi conto che stavamo praticamente uccidendo il pianeta; successivamente abbiamo inventato cose come i pannelli solari e altri tipi di soluzioni che utilizziamo per impedire che le cose peggiorino, ma il passo successivo è essere in grado di invertire l’intera equazione per far rivivere quel pianeta che stiamo iniziando a perdere”.
Come funzionano le batterie biologiche di Bioo
Le batterie biologiche prodotte dalla start up Bioo per funzionare devono essere scavate nel terreno e producono fino a 200Wh all’anno per metro quadrato. Esse generano elettricità dall’energia rilasciata quando il suolo organico si decompone.
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“Come le batterie tradizionali – spiega euronews.com – hanno un anodo e un catodo, ma invece di utilizzare materiali come il litio per alimentarle, la materia organica viene utilizzata come combustibile. Quando i microrganismi distruggono il suolo organico, vengono rilasciati elettroni. Questi elettroni vengono quindi trasportati dall’anodo al catodo e si crea una corrente di elettricità”. Un’ottima idea per gli agricoltori che – assicura Pablo – “vedrebbero il loro investimento rientrato in circa un anno”.
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