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Spagna, addio al nucleare entro il 2035

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Dall’ottobre 2027 al 2035 è prevista una progressiva chiusura degli impianti. Il Paese iberico punta a sostituire l’energia atomica con quella rinnovabile. 

La Spagna pronta a dire addio al nucleare entro il 2035. Lo ha deciso il Consiglio dei ministri del Paese iberico, che ha approvato un nuovo piano per la gestione dei rifiuti radioattivi. Al momento, in Spagna sono presenti sette centrali nucleari, ma solo cinque di queste sono attive e garantiscono al Paese il 20% del fabbisogno energetico. L’esecutivo guidato da Pedro Sanchez punta a sostituire quel 20% di produzione di energia atomica con quella da fonti rinnovabili.

Il piano del governo spagnolo prevede in primis di trasportare le scorie radioattive meno pericolose in un piccolo deposito (da ampliare nel prossimo futuro) nei pressi di Cordoba. Le scorie più pericolose, invece, andranno stoccate in sette depositi temporanei, situati accanto alle varie centrali nucleari presenti sul territorio spagnolo. Si tratta comunque di uno stoccaggio temporaneo, fino al 2070, anno in cui verrà realizzato un deposito nazionale permanente.

La Spagna, al momento, ha cinque centrali nucleari e sette diversi reattori in funzione. Dopo la chiusura delle centrali nucleari di José Cabrera (nei pressi di Almonacid de Zorita, Castilla-La Mancha, dismessa nel 2006) e di Santa Maria de Garoña (Valle de Tobalina, Castilla-León, dismessa nel 2017), è stato stabilito un cronoprogramma di spegnimento anche per gli altri impianti. Almaraz (Estremadura) dovrebbe chiudere il primo reattore nel novembre 2027 e il secondo nell’ottobre 2028. Nel 2035 è invece prevista la chiusura delle centrali di Ascó (Catalogna), Cofrentes (Valencia), Vandellòs (Catalogna) e Trillo (Castiglia-La Mancha).

Dopo la chiusura degli impianti, occorrerà attendere tre anni prima di iniziare lo smantellamento, che non durerà meno di 10 anni. L’operazione costerà complessivamente oltre 20 miliardi di euro, che saranno finanziati con le tasse pagate dalle società elettriche per il trattamento dei rifiuti pericolosi.