Un nuovo test sulla rivista Il Salvagente rileva tracce di glifosato su 7 marchi di pasta. E non solo. Ecco tutta la verità sulla pasta italiana e a cosa devono fare attenzione i consumatori.
Torna il grano canadese e anche il glifosato nella pasta italiana. Nel nuovo numero della rivista Il Salvagente sono state pubblicate le analisi di laboratorio su 20 marche di spaghetti: su 7 prodotti sono state trovate tracce di glifosato e in 6 il grano proviene anche da paesi extraeuropei.
Per alcuni campioni di pasta il sospetto della presenza di grano canadese ma non si ha la certezza perché la normativa sull’etichettatura consente alle aziende di poter genericamente indicare la provenienza “Ue” e/o “non Ue”.
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Di certo il glifosato non viene solo dall’estero, come testimonia la concentrazione – seppur contenuta e al di sotto dei limiti di legge come per gli altri campioni – riscontrata negli spaghetti Agnesi con grano 100% italiano.
Nel 2018 la rivista aveva già riscontrato tracce di glifosato con un’analisi effettuata su 23 campioni di pasta. Il famoso erbicida non è però l’unico pesticida cercato nella pasta ma è quello maggiormente trovato nei campioni analizzati e anche in maniera maggiore rispetto al precedente test del 2018: in quell’occasione solo in due paste (Eurospin e Lidl) fu trovato il glifosato.
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Il periodo però era diverso: dal 2016 al 2018 si era cominciato a parlare dei pericoli che il glifosato rappresenta per la salute e i consumatori avevano cominciato a orientare i propri acquisti. Le aziende, sotto pressione, cambiarono rotta alle navi per l’approvvigionamento: nel 2018 dal Canada arrivarono appena 100 milioni di chili. Oggi la stima è quella di superare ampiamente il miliardo di chili. E non senza effetti.
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Ecco in quali marchi sono state trovate tracce di glifosato:
- Divella
- Esselunga
- Eurospin
- Garofalo
- Lidl
- Rummo
- Agnesi
Mentre gli spaghetti migliori dal test sono risultati essere:
- Molisana
- De Cecco
- Coop
- Alce Nero.
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Oltre alla probabile cancerogenicità ipotizzata dall’Agenzia Internazionale sul Cancro, l’erbicida ha accumulato su se molti sospetti. Anche quando presente in dosi molto basse.
Una delle ultime ricerche è quella pubblicata sulla rivista ScienceDaily dai ricercatori dell’Università di Turku in Finlandia che ha trovato come il 54% delle specie batteriche intestinali del nucleo umano sono potenzialmente sensibili a presenze anche ridotte di questo erbicida. E gli effetti sul microbiota umano, la popolazione di 500 specie diverse di batteri che vivono nel nostro intestino, potrebbero essere ovviamente molto seri e avere pesanti riflessi sulla nostra salute, soprattutto per chi, come noi, mangia molta pasta.
Preoccupano, poi, le continue evidenze che il glifosato influenzi il nostro sistema endocrino. In un articolo pubblicato sulla rivista Chemosphere intitolato “Glyphosate and the key features of an endocrine disruptor: A review“, un trio di scienziati ha concluso che il glifosato sembra avere otto caratteristiche chiave su dieci associate a sostanze chimiche che alterano il sistema endocrino. Non solo, sempre la stessa ricerca ha concluso che l’esposizione cronica a basse dosi dell’erbicida può avere un impatto sulla funzione ovarica. Ancora prima era stato l’istituto Ramazzini ad arrivare alle stesse conclusioni.
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Oltre ai pesticidi è stata cercato la micotossina Deossinivalenolo, nota come Don, la “vomitossina” particolarmente pericolosa per i bambini: tutti i campioni sono al di sotto del limite di legge previsto per gli adulti (750 mcg/kg) anche se in tre casi – Garofalo, Agnesi e Lidl – le concentrazioni sono superiori al limite previsto per i bambini sotto i tre anni (200 mcg/kg): pur non essendo espressamente paste pediatriche, e quindi non costrette a rispettare quel limite più severo e sarebbe meglio non condividerle con i più piccoli.
Il test si è concluso con le prove di cottura e con quelle organolettiche: è stato verificato innanzitutto se i tempi indicati sui pacchi sono sufficienti per cuocere in modo ottimale gli spaghetti. Il risultato è deludente: solo in 3 casi su 20 c’è stata conferma dei minuti indicati. Negli altri campioni il tempo suggerito dai produttori è risultato scarso, di uno o due minuti. Il consiglio prima di scolare la pasta è quello di assaggiarla sempre!
Fonte Il Salvagente