
Roma. Ultimi sondaggi prima dello stop che confermano tutte le tendenze fin qui emerse.
Demos, Ipsos, Cise, Piepoli, Swg, tutti concordi con il dato che solo in Centrodestra può tentare di vincere le elezioni.
La coalizione guidata da Berlusconi (seppur non candidato), Salvini, Meloni e la quarta gamba di Fitto, fatta la media di tutti di Istituti di sondaggio, ha una forbice tra il 37-39%, con Emg per il Tg7 che lo posiziona al 37,4%.
Forza Italia si piazza al primo posto nella coalizione arrivando al 16,1% con +0,3%, recuperando quasi del tutto la flessione delle Lega al 13,9% (-0.3%), con Fratelli d’Italia stabile al 4,6% e Noi con l’Italia-Udc al 2,8%.
Paga l’attivismo di Silvio Berlusconi che in queste due ultime settimane ha puntato sui temi del momento (flat tax, emigranti, europa ecc) tranquillizzando mercati e l’Unione europea, differenziandosi con la Lega (vedi Fornero e governabilità), evitando scontri frontali con gli altri partiti e i 5 Stelle.
La concretezza di Berlusconi ha attirato elettorato leghista e dei Fratelli che, nelle ultime due settimane, hanno mostrato degni di improvvisa debolezza cedendo su quota 14% (Lega) e 5% (Fratelli d’Italia) che erano gli obiettivi minimi dei due partiti.
Forza Italia è avanzata al Sud (19%), ma è ancora molto debole nelle regioni storicamente “rosse”, dove di ferma la 9% (dati Cise di Roberto D’Alimonte).
La Lega al Nord è al 21%, ha saputo accreditarsi al Centro dove arriva al 19%, ma crolla al Sud dove non va oltre il 7%. Secondo Swg, sia Forza Italia che la Lega vanno meglio al Senato, confermando che attraggono di più gli elettori anziani.
Il calo di Fratelli d’Italia viene spiegato con le ragioni della polarizzazione verso i due partiti più forti, che hanno più visibilità e appeal.
Quel che sta mancando al Centrodestra è una valutazione consolidata sulla “quarta” gamba (Noi con l’Italia-Udc) che sta faticando più del previsto. Demos non la prende neanche in considerazione. Per Ipsos è al 1,8%. Cise la dà allo 0,6%. Mentre Swg la porta al 2%, Emg al 2,8% e Piepoli al 3%.
Da qui l’incertezza sul dato finale del Centrodestra.
Alla conta dei seggi però, per arrivare alla maggioranza alla Camera (316), e puntando su una probabile quota 38-38,5%, al traguardo mancano ancora una ventina di seggi.
Ce la farà il centrodestra a realizzare il miracolo?
Ben più difficile, anzi impossibile, appare il compito del Centrosinistra, precipitato negli ultime settimane sotto il 28% (Emg 27,9%), con il Pd che tocca il fondo col 22,8% (-0.2%), recuperato (e salvato) da +Europa della inedita coppia Emma Bonino e Bruno Tabacci che Emg sottostima al 2,1%, ma che per Piepoli, Demos, Swg e Ipsos è al 3%, mentre Pagnoncelli la vede addirittura al 3,1%, quindi oltre lo sbarramento al 3% e con la possibilità di eleggersi una propria rappresentanza parlamentare.
Il Pd è talmente caduto in basso che gli altri Istituti non azzardano più una percentuale fissa ma optano per una forbice tra il 22,5-24,5. Secondo l’analisi Cise di D’Alimonte, il Pd terrebbe al Nord (26,8%) e nelle ex-regioni rosse (28,9%), ma crollerebbe la Sud scendendo al 18-19%.
Incappando così in una epocale sconfitta elettorale.
Immobili (e deludenti le altre due aggregazioni di Civica Popolare a 1% e di Insieme 1,6%.
Tutto il Centrosinistra ha una valutazione che oscilla tra il 27 e il 30% e che Emg posiziona al 27,9%.
Potrebbe riuscire a competere nell’uninominale al Nord e in parte al Centro, ma affonderebbe drammaticamente al Sud, anche in regioni guidate da Governatori Pd (Campania, Lucania e Puglia).
Infine M5S e LeU che marciano in solitudine.
Il Movimento 5Stelle non riesce a conquistare vetta 30%. Rimane bloccato nella gabbia del 27-29%, con Emg che lo fissa al 27,3%, ma sfonda al Sud dove quasi tutti gli Istituti lo danno al 38%. Swg però ci dice che i pentastellati sono molto più deboli al senato, nel segno di un elettorato più giovane e più webnauta.
Infine Liberi e Uguali che tutti i sondaggi danno in calo, con oscillazioni tra il 5,3% di Cise e il 6,5%, con una media la 6,1% (Ipsos e Demos).
La debolezza sarebbe dovuta essenzialmente all’arrivo della lista di Potere al Popolo che andrebbe oltre 1%.
Residuale (e senza speranze di seggi) infine il risultato dei Casapound allo 0,6% (Cise).
Tutti gli Istituti appaiono concordi nel assegnare la Lombardia ad Attilio Fontana e il Lazio a Nicola Zingaretti, dove Parisi sprofonda in una forbice 22-24% e paga l’exploit di Pirozzi, sindaco di Amatrice sgradito a Berlusconi che viene dato tra il 9-12%.