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Smog e fogne, Italia deferita alla Corte di Giustizia Ue per sforamento limiti biossido di azoto

Smog. Italia deferita dalla commissione Ue alla Corte di giustizia Ue per la ripetuta violazione dei limiti annuali e orari di biossido di azoto (NO2) nell’aria delle città e per il mancato adeguamento alle norme Ue dei sistemi di trattamento delle acque di scarico in oltre 700 agglomerati e 30 aree sensibili dal punto di vista ambientale con più di duemila abitanti.

Le aree soggette a sforamento limiti di NO2 sono state grandi città come Milano, Torino e Roma e centri più piccoli come per esempio Catania, Campobasso, Genova e aree come la Pianura Lombarda e la Costa Toscana.

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“Alla Commissione Europea diciamo che un sostegno concreto alle Regioni più impegnate in questo campo sarebbe più produttivo che limitarsi a rinviare in Corte di Giustizia due terzi degli Stati”.

È la risposta a Bruxelles dell’assessore lombardo all’Ambiente Raffaele Cattaneo, dopo il deferimento dell’Italia e di altri 16 Stati europei per il superamento dei limiti di biossidi di azoto. “La Regione Lombardia  – lamenta Cattaneo – ha messo a disposizione significative risorse proprie, oltre 50 milioni di euro, per favorire la sostituzione dei veicoli più inquinanti attraverso gli incentivi. Siamo ancora in attesa che altrettanto facciano il Governo e l’Europa”.

“Il deferimento alla Corte di Giustizia Ue era atteso. Riconfermiamo il nostro impegno nella direzione in cui stiamo già lavorando da tempo e che ha già dato risultati significativi – aggiunge – ovvero combattere gli inquinanti, senza incertezze, ma con il necessario equilibrio a tutela delle fasce più deboli”.

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Per il presidente nazionale di Legambiente, Stefano Ciafani, “la notizia del deferimento dell’Italia alla Corte Giustizia Ue per smog e fogne, arrivato oggi dalla Commissione Europea e che segue quello del 2018 per sforamenti dei limiti di Pm10, non ci sorprende affatto. Anzi è la conferma di quanto poco il nostro Paese abbia fatto in questi anni su questi due fronti sui quali, invece, è urgente intervenire”.

“L‘inquinamento atmosferico – prosegue – continua ad essere un’emergenza cronica nella Penisola non più giustificabile con le avverse condizioni meteo-climatiche della pianura padana o legate alla sola stagionalità invernale. Se continuiamo di questo passo potrebbero arrivare altri deferimenti e nuovi possibili maxi-multe, e a pagare ancora una volta sarebbero i cittadini in termini di salute e soldi. In Italia – conclude Ciafani – continua a pesare la mancanza di un efficace strategia antismog, per non parlare dei problemi legati al mancato adeguamento alle norme Ue dei sistemi di trattamento delle acque di scarico”.

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