Secondo una rilevazione, il capoluogo lombardo è stato la terza città più inquinata al mondo. Ma le rilevazioni di Arpa, le uniche effettuate secondo la normativa europea, smentiscono tutto.
Lo smog e l’inquinamento sono da sempre un problema che caratterizza il Nord Italia, fortemente industrializzato e motorizzato, ma anche e soprattutto la città di Milano. Tra ieri e l’altroieri, una notizia è diventata virale: il capoluogo lombardo, martedì 21 marzo, è stato la terza città più inquinata al mondo, dopo Teheran e Pechino. Ma le cose non stanno esattamente così.
Smog a Milano, il caso
A fornire i dati sulla qualità dell’aria a Milano e in Lombardia era stata IQAir, azienda fondata in Svizzera che si occupa del monitoraggio della qualità e della pulizia dell’aria. Un’impresa privata, e non un ente riconosciuto a livello nazionale o internazionale. Che nel report di martedì scorso segnalava, rispetto a Milano, una condizione peggiore, sul fronte inquinamento, per il Comune di Vimodrone, in provincia. Qui, però, non esiste una stazione di monitoraggio. Un fatto singolare, ma non inedito: era accaduto anche il 30 marzo 2022 e l’amministrazione comunale era intervenuta per fare delle precisazioni. “In seguito ai dati forniti da IQAir, abbiamo chiesto un riscontro ad Arpa (Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale) Lombardia. Tale riscontro ha evidenziato che la notizia è totalmente infondata, in quanto basata su fonti di dubbia affidabilità o certificata equivalenza ai metodi di riferimento secondo la normativa” – scriveva il Comune di Vimodrone – “I valori riportati fanno riferimento a una singola giornata se non addirittura ad un preciso istante, quindi non statisticamente significativi. Non sono poi verificabili le fonti delle concentrazioni di PM2.5 utilizzate per il calcolo di questo indice“.
Smog a Milano, Arpa: “I dati non coincidono”
Cosa significa quanto spiegato, quasi un anno fa, dal Comune di Vimodrone? Lo ha spiegato meglio Arpa Lombardia, interpellata da Ohga.it. “I dati semplicemente non corrispondono. Non contestiamo il metro di valutazione di IQAir, ma la nostra rilevazione è in linea con la normativa europea e ci sono tanti modi per rilevare la qualità dell’aria e i singoli indici di PM10 e PM2.5. Le modalità e gli strumenti che si utilizzano sono troppo diversi” – spiega Arpa Lombardia – “Da poco tempo, sugli smartphone, è possibile consultare anche lo stato della qualità dell’aria. Questo genera molta confusione, specialmente se poi i dati non coincidono con i nostri, gli unici adeguati alla normativa europea. Perché la gente va a consultare soprattutto lo smartphone, non il sito di Arpa. Il riferimento dovrebbe essere sempre la normativa europea insieme alle linee guida dell’Oms e ai limiti di legge“.