Da una parte uno studio evidenzia che gli adolescenti trascorrono quasi un quarto della giornata scolastica sugli smartphone, tuttavia un secondo studio rivela che vietare l’uso del cellulare a scuola non migliora il benessere mentale
Smartphone e adolescenti, un legame indissolubile. I ragazzi e le ragazze trascorrono sempre più tempo con lo smartphone e, in generale, davanti agli schermi (tablet, consolle e tv) per arrivare a 8-10 ore al giorno. Uno studio della Stony Brook University, di New York, pubblicato sulla rivista Jama Pediatrics ha indagato il tempo trascorso davanti allo schermo dagli studenti, durante la giornata scolastica.
Lo studio della Stony Brook University
Lo studio ha monitorato i dati degli smartphone e ha rivelato che gli adolescenti dai 13 ai 18 anni trascorrevano in media 1,5 ore ogni giorno di scuola sui loro smartphone. 300 partecipanti hanno completato un sondaggio di 15 minuti e poi hanno installato RealityMeter, uno strumento per misurare l’uso dello smartphone. Il campione totale di adolescenti idonei era pari a 117. In questo campione, l’uso medio degli smartphone da parte degli adolescenti era di 1,5 ore durante la giornata scolastica, mentre per il 25% il tempo sale a più di due ore.
Le app più utilizzate
Escludendo la navigazione in Internet, le cinque app più utilizzate dagli adolescenti sono state quelle per la messaggistica di testo, Instagram, lo streaming video, l’audio e la posta elettronica. Secondo i ricercatori è necessario approfondire la ricerca con un campione più vasto e hanno concluso che “Genitori e adolescenti possono trarre beneficio dall’accesso ai telefoni per scopi di comunicazione e apprendimento durante la scuola. Tuttavia, i dati sull’utilizzo delle applicazioni di questo studio suggeriscono che la maggior parte dell’uso degli smartphone durante la scuola sembra incongruo con tale scopo”.
Le restrizioni sono davvero positive?
Un secondo studio, che ha esaminato scuole e studenti inglesi, si è invece concentrato sul legame tra le restrizioni sull’utilizzo degli smartphone a scuola e la salute mentale dei ragazzi. Pubblicato su The Lancet Regional Health – Europe, durante la ricerca sono stati esaminati 1227 studenti di età tra i 12 e i 15 anni di 30 scuole secondarie inglesi, di cui 20 con politiche restrittive dove l’uso ricreativo del telefono non è consentito e 10 con politiche permissive, dove l’uso ricreativo del telefono è consentito.
I risultati dello studio inglese
Come era prevedibile è apparso subito evidente che, nelle scuole dove l’utilizzo dello smartphone era vietato, gli studenti trascorrevano meno tempo sui cellulari durante l’orario scolastico. Tuttavia, facendo un calcolo complessivo delle ore giornaliere davanti agli schermi, la restrizione scolastica non andava a incidere, poiché il tempo trascorso sui device al di fuori dell’orario scolastico era simile in entrambi i gruppi esaminati. Questo dunque rendeva pressoché inutili le politiche scolastiche restrittive, poiché le abitudini degli adolescenti rimanevano invariate con o senza i divieti imposti.
Non ci sono prove sul beneficio di salute mentale
Oltre a non avere riscontro sulla riduzione del tempo, lo studio evidenzia anche che non ci sono prove a sostegno del fatto che le politiche telefoniche scolastiche restrittive, nelle loro forme attuali, abbiano un effetto benefico sulla salute mentale e sul benessere degli adolescenti, il che indica che le intenzioni di queste politiche di migliorare la salute, il benessere e l’impegno educativo degli adolescenti non vengono realizzate. In generale, una riduzione del tempo trascorso davanti agli schermi è positiva, ma secondo i ricercatori non va separato il tempo all’interno della scuola da quello al di fuori.
Un approccio più generalizzato
In conclusione nel realizzare le nuove linee guida, l’uso del telefono e dei media potrebbe essere affrontato come parte di un progetto composito, in cui si ricerca il giusto equilibrio tra il tempo trascorso sui dispositivi e altri comportamenti quotidiani. Questo approccio non esclude dunque eventuali politiche restrittive sui telefoni cellulari nelle scuole, ma queste politiche sarebbero collegate a un approccio più ampio all’uso del telefono cellulare e dei social media da parte degli adolescenti.