Non accenna a placarsi l’emergenza siccità in Sicilia. Adesso anche il New York Times si accorge dell’emergenza isolana e del rischio che i turisti cancellino le vacanze già prenotate.
La penuria d’acqua ha costretto diversi allevatori a sopprimere il bestiame, mentre chi ha potuto ha acquistato l’acqua dalle autobotti a proprie spese. Nonostante le promesse, gli invasi rimangono vuoti mentre le associazioni di settore chiedono da mesi che siano messe in funzione le dighe già esistenti e mai collaudate e che siano utilizzati i dissalatori per sfruttare l’acqua di mare.
Rosario Marchese Ragona, presidente di Confagricoltura Sicilia, ha incontrato il ministro Lollobrigida in visita nell’isola in vista del prossimo G7:“La Sicilia soffre una siccità mai vista prima. Non ricordo un dramma di questi tipo, gli invasi che avrebbero dovuto accumulare acqua sono quasi alle soglie di emergenza. Gli allevatori stanno soffrendo e si sta disperdendo un patrimonio zootecnico non indifferente. Nella piana di Catania hanno iniziato a tagliare gli agrumi, la produzione delle olive soffre e non c’è una produzione. Si tratta di un’immagine della Sicilia devastante. Abbiamo bisogno di misure urgenti che possano salvare il salvabile”
Sulla questione delle dighe non collaudate Marchese Ragona individua le responsabilità in decenni di immobilismo: “La Sicilia si contraddistingue per avere 21 dighe non collaudate su 25. Dighe che, di fatto, non invasano acqua o lo fanno solo al 50% delle capacità. Oggi stiamo pagando il conto di un disastro maturato negli anni.”
In Sicilia da mesi è stato dichiarato lo stato di calamità naturale, la Regione ha nominato un commissario apposito e avviato la costruzione di nuovi invasi oltre alla riparazione delle condotte colabrodo. In alcune città come Agrigento, i turisti hanno già iniziato a fuggire.
I fondi inutilizzati
Sulla questione è intervenuto anche il ministro della protezione Civile, Nello Musumeci, che ha ricordato come solo il 30% dei fondi messi a disposizione delle Regioni (400 milioni per completare dei progetti già avviati e 400 milioni per dar vita a nuovi progetti) per contrastare la siccità sia stato utilizzato. “Mi auguro che il dato non sia aggiornato o che ci sia un arretrato sul quale le regioni sapranno lavorare con grande impegno per recuperare il tempo perduto“, ha commentato Musumeci.
Secondo un report di Legambiente sono almeno 81 i danni registrati in Italia dal 2020 ad oggi. Secondo le stime europee senza interventi strutturali i danni provocati dagli effetti del cambiamento climatico potrebbero ridurre il Pil europeo del 7%.
L’allarme
“Tre settimane ancora e non ci sarà più acqua per l’agricoltura nel Centrosud“, Come riporta il report dell’Osservatorio ANBI (Associazione Nazionale dei Consorzi di Gestione e Tutela del Territorio e delle Acque Irrigue) sulle Risorse idriche che evidenzia una situazione eccezionalmente grave per Puglia, Abruzzo e Sicilia. “Su larga parte della Sicilia Orientale -si legge nel Report- il deficit pluviometrico supera il 60% su base annua. Gli invasi regionali trattengono 267 milioni di metri cubi, il 38,21% del volume di riempimento autorizzato e il 42% in meno sulla media del periodo nello scorso quindicennio.” Si tratta di “una situazione allarmante in diverse zone del Centro-Sud Italia e delle isole, con cali della portata dei fiumi anche in alcune Regioni del Nord del Paese, nonostante nel Settentrione la tendenza sia quella della sovrabbondanza idrica”, commenta Confagricoltura.
Un problema infrastrutturale
Secondo Eurispes le infrastrutture idriche italiane disperdono il 40% della risorsa. Andrea Toreti, Ricercatore Capo dell’Osservatorio Europeo della siccità ha spiegato all’interno del programma di TeleAmbiente “Rapporto Mondo” perché il nostro Paese continua a combattere contro la crisi idrica.