La Siberia brucia. Dopo gli incendi dello scorso anno ad oggi la situazione non è delle migliori. “Sta bruciando una parte consistente dei polmoni della nostra Terra e sta succedendo quello che avevo già preannunciato lo scorso anno”, ci racconta lo scrittore russo di origine siberiana, Nicolai Lilin.
VIDEO INTERVISTA A NICOLAI LILIN
Dopo i drammatici incendi dell’anno scorso che hanno devastato milioni di ettari di foresta, sono ripresi in Siberia diversi focolai. In data 27 aprile, è bruciato 10 volte il territorio che è andato a fuoco l’anno scorso nello stesso periodo.
Gli incendi coinvolgono diverse regioni. Tra queste c’è quella del Transbaikal dove, attualmente, sono bruciati oltre 200.000 ettari. L’origine di tutto questo è dovuto a incendi dolosi e a fuochi agricoli incustoditi.
Given the number of wildfires in Siberia & the Far East of Russia, with so many of them in remote areas & on difficult terrains, using this kind of equipment might not lead too far… video from the recent wildfire in the Republic of Tuva by Tuva24 TV pic.twitter.com/SWek1ZGiDi
— The Siberian Times (@siberian_times) May 2, 2020
“Sta bruciando una parte consistente dei polmoni della nostra Terra e sta succedendo quello che avevo già preannunciato lo scorso anno. – ci spiega Nicolali Lilin, scrittore russo, di origine siberiana – Quei 12 milioni di ettari di foreste perse lo scorso anno non era la fine. Il problema principale della Siberia è legato al fatto che le zone boschive sono disposte su vari tipi di terreno tra i quali spesso prevalgono le torbiere che dopo gli incendi estivi non smettono di bruciare, continuano a consumare il fuoco all’interno anche sotto la neve, lasciando delle nubi di fumo che si vedono anche d’inverno. Arriva poi il caldo e i venti anomali che aiutano il fuoco a riprendere e la dinamica dell’incendio diventa imprevedibile. Il 90% degli incendi in Siberia non si riescono a domare perché si trovano lontani e la Taiga è un luogo difficile da raggiungere”
Incendi in Siberia, Nicolai Lilin: “Non è ancora finita”
Wildfires ‘critical’ in Siberia and Russian Far East, up to ten times worse than last year. People are flouting coronavirus lockdown and start fires, warn officials https://t.co/pOoxm4msKU pic.twitter.com/6ESSBL1hRK
— The Siberian Times (@siberian_times) May 1, 2020
“Ma il problema principale resta l’uomo, la corruzione e la sfrenata corsa all’industria e al benessere del mercato. In Russia c’è una forza politica che gestisce in maniera criminale e scorretta le risorse naturali“, ribadisce lo scrittore.
Da ormai un paio d’anni è stata istituita una legislazione speciale che vieta in determinati periodi dell’anno di accendere fuochi all’aperto, ma ormai anche le autorità russe hanno accettato l’dea che molti di questi disastri siano di natura colposa.
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“Il vero nemico della foresta siberiana purtroppo è l’amministrazione locale e il governo russo. Questo perché succede? La Russia da tempo sta vendendo in modo illegale il legname alla Cina e all’India nelle misure industriali. Il taglio del legname avviene tramite macchinari che puliscono e tagliano alberi sul posto e ai residui danno fuoco. E cosi cancellano le loro tracce e il fuoco si propaga. Lo scorso anno, quando già 9 milioni di ettari di foresta erano già in fiamme, abbiamo lanciato una petizione diretta al presidente Putin chiedendo di far intervenire l’esercito e dichiarare lo stato di emergenza. La petizione è stata firmata da 650mila italiani. – spiega Nicolai Lilin – Un’azienda privata affitta camion e attrezzatura per il taglio degli alberi, entrano nella foresta nelle zone riservate e protette dalla legge. Se si presenta la polizia forestale parte la mazzetta, vanno via. Il taglio della foresta continua tanto quanto hanno bisogno di vendere in base agli ordini che ad esempio arrivano dalla Cina. Il legname arriva in Cina, viene pagato in contanti e tornati vengono distribuiti i soldi e le varie mazzate fino ad arrivare al Cremlino”.
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I satelliti della NASA hanno fotografato diversi focolai sparsi per chilometri e chilometri. Allo stato attuale delle cose si è calcolato che sono andati in fumo oltre 477.000 ettari di Siberia e sembra essere solo l’inizio.
