I fan del celebre biscotto ripieno stanno urlando allo scandalo negli Stati Uniti. La crema degli Oreo – secondo i consumatori – è diminuita, un chiaro segnale di shrinkflation.
Nello snack preferito di Shane Ransonet il rapporto crema-biscotto è silenziosamente diminuito. È quanto ha dichiarato il cittadino della Louisiana al Wall Street Journal, che ha dato spazio alla storia. Ransonet e sua moglie hanno notato che i famosi biscotti erano ripieni sì, ma da uno strato di crema decisamente più sottile del solito. Hanno quindi provato ad acquistare la versione degli Oreo “double stuf”, sperando di trovare il biscotto un po’ più farcito (almeno come quello classico). Anche una residente del Nebraska ha notato che la versione con doppio ripieno in realtà si era ridimensionata.
Shrinkflation, secondo i fan degli Oreo il ripieno è diminuito ma non il prezzo
Il cookiegate sta coivolgendo sempre più utenti, che su internet pubblicano le loro impressioni sui biscotti, aprendo i pacchetti e analizzando il ripieno dei dolcetti. Anche le confezioni sono finite nel mirino dei consumatori. Stesso prezzo (o più alto), confezioni più piccole. E un post di un utente su X spiega molto chiaramente le nuove proporzioni di ripieno in base alla tipologia di Oreo, accusando la casa di produzione Nabisco di “non comprarli più finché non sistemeranno la cosa”.
@nabisco re: the filling in Oreos regular Oreos have filling equal to what would be in the Thin Oreos and Double Stuff have filling equal to what ysed ti be in regular Oreos
RIP OFF! dont buy Oreos until they fix it— rubysmith (@rubysmith8899) November 13, 2023
“Prima la crema non copriva quasi tutto l’Oreo?”, si è chiesto un altro utente accanto alla foto di un biscotto Oreo in cui la crema non riempie l’intero biscotto.
L’azienda produttrice Mondelez, interpellata dal Wall Street Journal si difende: “Ci daremmo la zappa sui piedi se iniziassimo a giocare con la qualità”, ha detto Dirk Van de Put, CEO di Mondelez, attribuendo anche possibili irregolarità alla produzione nei singoli stabilimenti di biscotti.
Ma la risposta non convince i fan del cookie sandwich e il web si riempie di foto del prima e dopo del ripieno che classificano il cookiegate come l’ennesimo caso di shrinkflation.
Ecco cos’è la shrinkflation
La shrinkflation, in italiano sgrammatura, è una tecnica di marketing che le aziende utilizzano ormai da anni.
Il fenomeno, che dilaga tra gli scaffali dei supermercati, consiste nel ridurre la quantità di prodotto nelle confezioni mantenendo il prezzo invariato o addirittura, in alcuni casi aumentandolo.
Una tecnica per aumentare i prezzi in modo poco trasparente che va a scapito del consumatore poco attento, riducendo il suo potere d’acquisto. Tra i casi più conosciuti, quello del Toblerone, ma anche marchi come Barilla sono finiti sotto la lente d’ingrandimento, alla ricerca dei grammi perduti.