La quantità di prodotto diminuisce ma il prezzo resta invariato, ecco cos’è la shrinkflation e come evitare di cadere nella trappola del “rincaro occulto”.
Confezioni diverse, nuove formule che rilanciano il prodotto e sconti vantaggiosi mascherano un fenomeno. Ma di cosa si tratta? La shrinkflation, in italiano sgrammatura, è una tecnica di marketing che le aziende utilizzano ormai da anni.
Il fenomeno, che dilaga tra gli scaffali dei supermercati, consiste nel ridurre la quantità di prodotto nelle confezioni mantenendo il prezzo invariato o addirittura, in alcuni casi aumentandolo.
Una tecnica per aumentare i prezzi in modo poco trasparente che va a scapito del consumatore poco attento, riducendo il suo potere d’acquisto. Soprattutto se certi prodotti non vengono acquistati molto spesso, è facile cadere nella “trappola” della shrinkflation. Il trucco sta proprio nella variazione di peso netto e confezione talmente minima da essere impercettibile all’occhio del consumatore.
Shrinkflation, il fenomeno circola da anni: il caso Toblerone
Questa pratica commerciale – giudicata scorretta da molti economisti – circola ormai da anni tra gli scaffali dei supermercati. Il termine shrinkflation, che unisce il verbo inglese “to shrink” (restringere) e il sostantivo “inflation” (inflazione), è stato coniato nel 2009 dall’economista britannica Pippa Malmgren, ma è nel 2016 che il “rincaro occulto” ha fatto scuola, con il “caso Toblerone”. La multinazionale Mondelez, per tagliare i costi della famosa barretta, ridusse il numero dei triangoli di cioccolata (e quindi il peso), lasciando invariato prezzo e dimensione della confezione. In questo caso però, la variazione non passò inosservata, suscitando le lamentele dei consumatori.
Shrinkflation, tutti gli esempi dal web
Sono moltissime le segnalazioni di utenti accorti che individuano la shrinkflation in vari prodotti della grande distribuzione, ecco alcuni esempi.
#shrinkflation by Barilla pic.twitter.com/NcBoguz3Fr
— Bojana Mari (@BojanaaRoma) September 4, 2022
@Nutella_Italia #ferrero Shrinkflation anche per voi? Dieta per tutti, 3g in meno per porzione possoni farci solo che bene! ☺️ pic.twitter.com/XeyGnmeQia
— Simone Maratea (@simonemaratea) July 20, 2023
Anche Winni’s si adegua alla #shrinkflation. Flacone più piccolo di 125 ml nel giro di 3 settimane, prezzo invariato. Fra un anno lo venderanno al cucchiaio? pic.twitter.com/h3tTXtZZAL
— CommentoSolo (@CommentoSolo) July 20, 2023
Just found out shrinkflation is a thing and I am very very angry pic.twitter.com/kkY47f65t7
— trappy (@c1nnamonbunny) August 7, 2023
Shrinkflation, ecco come riconoscerla
Oltre al Toblerone, ci sono molti casi eclatanti di sgrammatura segnalati dai consumatori all’associazione Altroconsumo. Le patatine Pringles ad esempio, sono passate da confezioni da 200 gr a 175 gr (ma il prezzo al kg è cresciuto del 22%). Anche la golosa crema alle nocciole Rigoni di Asiago ha subito una riduzione delle confezioni. La Nocciolata, prima nei formati da 270, 350 e 700 gr, ora si trova nelle versioni da 250, 325 e 650 gr. Il prezzo al kg però, è cresciuto: dal +11% del formato più grande, al 38% per il più piccolo.
Il fenomeno della shrinkflation non riguarda solo il cibo ma anche detersivi e prodotti per la cura del corpo. Tra gli esempi troviamo il detersivo per piatti Nelsen, la cui confezione si è ridotta ancora più di prima. Mesi fa infatti, si era passati dal flacone da un litro a quello da 900 ml, con un aumento di prezzo di 0,37 euro. Ora però la confezione si è ridotta ulteriormente, arrivando a 850 ml al prezzo di 2,55 euro (+53%).
Come ci si può districare quindi, tra le insidie di nuovi packaging, offerte apparentemente vantaggiose e riduzioni di peso netto?
Un buon accorgimento è quello di andare a fare la spesa dedicando il giusto tempo a questa attività. Fare la spesa di corsa infatti, aumenta il rischio di distrarsi e quindi di verificare bene cosa si sta comprando. Poi, controllare bene l’etichetta e il prezzo al kg del prodotto, non della confezione è un altro consiglio utile anti shrinkflaction. Infine, scegliere quando possibile i prodotti sfusi (frutta, verdura, pasta) rende impossibile l’applicazione della sgrammatura, oltre ad essere un’opzione amica dell’ambiente.