Shein e Temu, ecco come i due colossi del fast fashion stanno intasando il traffico aereo

I due colossi cinesi del fast fashion Shein e Temu stanno mandando in tilt il trasporto aereo di merci.

La rapida ascesa dei due rivenditori di e-commerce fast fashion, Shein e Temu, sta intasando il settore globale del trasporto aereo di merci, come riporta l’agenzia Reuters. I due colossi cinesi sono sempre più in competizione per garantire rapidità nelle consegne ai propri consumatori.

Shein e Temu insieme inviano quasi 600.000 pacchi negli Stati Uniti ogni giorno  (recentemente si è aggiunto TikTok Shop) e spediscono quasi tutti i prodotti direttamente dalle fabbriche del paese asiatico indirizzandoli a clienti in tutto il mondo.

“La tendenza più importante che incide sul trasporto aereo di merci in questo momento non è il Mar Rosso, ma le aziende cinesi di e-commerce come Shein o Temu”, come afferma Basile Ricard, direttore delle operazioni della Grande Cina presso Bollore Logistics.

Secondo i dati aggregati da Cargo Facts Consulting, Temu spedisce circa 4.000 tonnellate al giorno, Shein 5.000 tonnellate, Alibaba.com 1.000 tonnellate e TikTok 800 tonnellate. Ciò equivale a circa 108 Boeing 777 cargo al giorno, ha affermato la società di consulenza. L’occupazione massiccia di questi voli ha portato a un aumento significativo delle tariffe nel settore dell’aviotrasporto.

Cosa si nasconde dietro al basso costo di Shein e Temu?

Shein da anni è noto per i suoi costi sociali, per la sua filiera produttiva che ci restituisce prodotti a prezzi davvero irrisori e dal massiccio uso di sostanze chimiche, come riportato in un’inchiesta di Greenpeace.

L’inchiesta è stata citata anche da Antoine Vermorel Marques, deputato francese del partito Repubblicano, che in un video pubblicato su Instagram e TikTok ha parlato proprio del brand Shein.

Quanto a Temu, ogni pacchetto percorre, solo nel viaggio di andata, circa 10mila km, con un equivalente impatto in termini di CO2.

Spinta dalla forte domanda per i suoi capi di abbigliamento a basso prezzo, Shein da sola rappresenta un quinto del mercato globale del fast fashion, misurato in termini di vendite, e ha alimentato la crescita del settore dell’e-commerce in Cina.

Cosa si nasconde dietro il successo di queste aziende? Ce l’ha spiegato in un’intervista rilasciata per TeleAmbiente Giuseppe Ungherese, responsabile campagna inquinamento Greenpeace Italia. 

I parlamentari francesi hanno presentato un disegno di legge volto a imporre sanzioni finanziarie significative a marchi come Shein, noti proprio per il loro rapido turnover delle collezioni di abbigliamento.

I dipendenti di Shein lavorano più di 12 ore al giorno. Il report choc sul colosso del fast fashion

 

Visualizza questo post su Instagram

 

Un post condiviso da TeleAmbiente (@teleambiente)

Già in una prima indagine del 2021, emersero le condizioni disumane di lavoro nelle fabbriche fornitrici di Shein. 

L’azienda si era impegnata a introdurre nuove regole per migliorare il benessere degli operai. La scorsa estate Public Eye la è tornata a intervistare tredici dipendenti di sei fabbriche che riforniscono Shein per verificare cosa fosse cambiato. Il risultato? Ci sono ancora operai che cuciono vestiti anche per più di dodici ore al giorno, per sei o sette giorni a settimana, e solo un giorno libero al mese.

QUI i risultati dell’ultimo report choc.