Vi spieghiamo perchè non acquistare su Shein i vostri regali a Natale (ma non solo).
Dal 13 al 16 dicembre, a due passi dalla Fontana Di Trevi a Roma, arriva il pop up store di Shein. Sì, avete capito bene. Stiamo parlando proprio del colosso cinese che è riuscito ad ottenere il titolo di re della fast fashion e finito sotto inchiesta per abiti e scarpe contenenti “inquinati da sostanze chimiche pericolose e oltre i limiti UE”. A rivelarlo è stato il rapporto “Taking the Shine off SHEIN: A business model based on hazardous chemicals and environmental destruction” diffuso dall’organizzazione ambientalista Greenpeace.
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Si chiama “Shein Christmas Ville“, sarà aperto per 4 giorni, ed è uno spazio aperto al pubblico interamente dedicato allo shopping in vista dei regali da fare per Natale. Pareti rosso e bianche, ghirlande, abeti addobbati e installazioni che richiamano i bastoncini di zucchero. Tutto perfetto per immergersi nell’atmosfera natalizia e trovare “occasioni” per completare i doni da mettere sotto l’albero per amici e parenti.
L’azienda cinese Shein è stata fondata nel 2008, ed è una delle piattaforme di “moda” più cliccate al mondo: nel 2020 è arrivata a fatturare 10 miliardi di dollari. Il suo successo è legato al fatto di offrire agli utenti, a prezzi stracciati, capi in super tendenza, invogliando all’acquisto impulsivo. In particolar modo, Shein ha fatto breccia nei cuori della Generazione Z, ovvero le persone nate tra il 1995 e il 2010. Ogni giorno è in grado di produrre almeno 35mila capi e di caricarne online tra i 500 e i 2.000.
Quindi, capi di ogni tipo e alla moda, prezzi stracciati e qualità pessima. Sono tutti elementi della fast fashion, ovvero la moda veloce, che tanto inquina il nostro pianeta. Se un capo di abbigliamento costa così poco vi siete mai chiesti perchè? Chi paga realmente quel prezzo cosi basso?
Ve lo spieghiamo in questa intervista a Valeria Mangani, presidente Sustainable Fashion Innovation Society QUI
Per approfondire cosa si nasconde dietro la fast fashion, ecco alcuni documentari che vi consigliamo QUI
Temu e Shein si fanno la guerra (un paradosso)
Non bastava Shein. Ad alimentare il mercato della fast fashion è approdato in Italia nella primavera del 2023 anche Temu, l’e-commerce cinese, una sorta di versione potenziata di Shein.
Perchè è l’app di cui non avevamo assolutamente bisogno? Leggi QUI
Quello che ci fa sorridere è che lo store online low cost cinese Temu ha avviato una causa proprio contro il suo rivale Shein per problemi di copyright e “intimidazione in stile mafioso nei confronti dei fornitori“.
La società WhaleCo con sede a Boston, che opera come Temu negli Stati Uniti, ha affermato che il marchio di fast fashion Shein ha violato i suoi diritti di proprietà intellettuale, obbligando i fornitori che lavorano anche con Temu ad abbandonare questa piattaforma, e intraprendendo altre misure per fermare la crescita di Temu negli Stati Uniti.
Temu vs Shein, una guerra a colpi di fast fashion, a chi inquina di più. Chi vince? Nessuna delle due se noi consumatori, più consapevoli ed informati, decidiamo di non alimentare questo mercato, soprattutto a Natale. Ma per pensare ad acquisti più green c’è ancora molta strada da fare. Ecco cosa ci hanno risposto i consumatori in una puntata del programma di TeleAmbiente “Vox Populi” alla domanda: farete regali sostenibili a Natale?