Sfera Serra Waterfood. Nel comune di Gavorrano, in provincia di Grosseto, sorge una serra idroponica di 13 ettari dei quali 2,5 sono destinati alla coltivazione delle piantine di pomodoro. La start up nasce da un’idea di Luigi Galimberti. VIDEO
Siamo andati a Gavorrano per visitare e conoscere le tecniche impiegate all’interno di Sfera. A parlarci di questo progetto ad alta sostenibilità l’amministratore delegato Luigi Galimberti.
Come nasce questo progetto?
“Abbiamo immaginato un modello che potesse essere replicabile e che mantenesse centrale il ruolo della sostenibilità economica, ambientale e strutturale. Era solo una presentazione su carta, poi pian piano ha preso sempre più forma. Nel dicembre 2015 contattai con un messaggio su Linkedin l’amministratore delegato di un fondo di investimento, Oltre Venture. Dopo 4 mesi è nata Sfera. Era piaciuto, oltre all’idea e al concetto, anche il team composto dai ragazzi. Solitamente nella decisione di investire su una start up, il team pesa almeno il 70%. Il primo investimento di 150mila euro in seed è servito per verificare se le idee fossero davvero realizzabili. Dopo 11 mesi di duro lavoro sono arrivati ulteriori 7 milioni e mezzo di capitali da Oltre Venture e altre soci investitori, ed ulteriori 11 milioni e mezzo da Iccrea Banca”.
Oltre al pomodoro, di qualche altre produzioni vi occuperete?
“Tra le altre produzioni ci saranno anche insalate ed erbe aromatiche fresche. La scelta delle varietà è in funzione dei macro trend. Ci sono delle famiglie di ortaggi che sono sempre in crescita, e per noi la produttività e possibilità di valorizzare il prodotto sul mercato è fondamentale. Abbiamo un fatturato minimo per metro quadro annuo sotto il quale non possiamo scendere”.
Dove si potranno trovare i vostri prodotti?
“Per i prossimi 3 anni troverete i nostri prodotti nella GDO. La nostra strategia è quella di raggiungere una penetrazione importante in Toscana ed essere anche presenti su Roma e Milano. Il pomodoro datterino prodotto verrà venduto fresco e consegnato in giornata. La caratteristica che fa la differenza e che interessa alla GDO è che il prodotto si venda e possa essere fornito tutto l’anno con costanza, a prescindere dalle condizioni meteorologiche”.
Da dove arrivano le piantine e come funziona il processo di produzione in una serra idroponica?
“La piantina ci arriva da vivai specializzati, pochissimi in Italia, che mettono a dimora due piantine: la barbatella e la pianta da frutto. L’innesto è costituito da un cubetto che appoggiamo su un sacco contenente la lana di roccia che funge da supporto fisico e simula per le radici il terreno. Il sacco viene riempito ad intervalli regolari di acqua e soluzioni e nutritive. L’acqua in eccesso sgronda e viene recuperata in centrale idrica, mantenendo il processo sotto controllo. Le piantine ci arrivano alte 30 e 40 cm e possono arrivare alla massima altezza. Crescono ogni settimana di 25/30 cm. Dopo un anno la piantina è lunga 18 metri: 14 metri in piano e 4 metri in verticale. A tutta altezza nella prima metà la pianta sarà fogliata mentre nella parte più bassa defogliata ci saranno 7 palchi: il primo a fiore e l’ultimo è il pomodoro maturo. La settimana dopo vengono raccolti i pomodori rigorosamente a mano dall’operatore”.
In media quanto vive una pianta e quanti pomodori produce?
“Una pianta vive un anno al fine di dare continuità alla produzione. Noi con questa varietà produciamo 15kg metro quadro anno di datterino. Il nutrimento delle piante viene fatto dai nostri growers sia in funzione del periodo climatico sia dell’età della pianta. Se curiamo il benessere della pianta produciamo più frutti e più buoni. E ovviamente senza uso di glifosato o altri diserbanti”.
Come viene preservata la biodiversità?
Questa struttura è inserita in un contesto paesaggistico particolare. Siamo infatti circondati dai due lati da boschi: su uno ci sono le mucche al pascolo, sull’altro vigneti biologici. E questa biodiversità ci aiuta tanto.
Che tipo di clima si trova all’interno della serra?
All’interno abbiamo creato un microcosmo, sterilizzando la serra da batteri ed inserendo nelle piante batteri buoni che aiutano la biologia della stessa. La temperatura è tra i 22 e 28 gradi, con un’umidità pari al 70/75%. Quando c’è il sole si crea l’effetto serra e si aprono gli sportelli; se cambia il tempo vengono invece chiusi, garantendo così la riduzione di oscillazioni termiche che sono nocive alla pianta. Cerchiamo sempre di ricreare all’interno la primavera.
Quali sono le caratteristiche organolettiche del pomodoro?
Dipendono in parte dal corredo genetico della pianta. Le varietà vengono scelte per alcune caratteristiche di dolcezza e acidità, per la qualità dell’ambiente e dei nutrienti . Inoltre, l’impianto idrico è realizzato in polietilene e materiale plastico, quindi il ricorso all’acciaio è ridotto a zero. Perciò l’acqua in entrata, piovana e dei pozzi, viene preventivamente analizzate ed è esclusa la presenza di materiali pesanti. Grazie a questo controllo del processo crediamo di riuscire davvero a produrre il primo pomodoro nikel free.
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Intervista: Stefano Zago, direttore di TeleAmbiente.
Riprese: Mariaelena Leggieri, Alessandro Isidori.
Montaggio: Dario Pumi