
Il Tar del Lazio ha fissato al 14 settembre la data dell’udienza, sospendendo il provvedimento di abbattimento di maiali e cinghiali dell’Asl Roma 1
Continua nelle aule di tribunale la querelle sulla sorte delle decine di animali della Sfattoria degli Ultimi, il santuario per maiali e cinghiali disabili e maltrattati di Roma.
Dopo l’emanazione da parte dell’Asl Roma 1 di un provvedimento di abbattimento con elettroshock di tutti gli animali della Sfattoria (con lo scopo di contrastare la peste suina), il Tar del Lazio ha accolto la richiesta di sospensiva del provvedimento ed ha fissato per il 14 settembre la data dell’udienza per approfondire la questione.
In altre parole, i 140 animali della Sfattoria degli Ultimi sono salvi fino al 14 settembre. Poi la loro sorte sarà nelle mani dei giudici.
A dare la notizia è stata la rappresentante legale della Sfattoria. “La battaglia è appena iniziata anche per tutti gli altri animali oggetto di attenzione delle nostre amministrazioni, che hanno dichiarato una guerra ingiusta solo perché non sono in grado di eliminare i rifiuti dalle strade di Roma, unica ragione dell’urbanizzazione dei cinghiali e della diffusione della peste suina africana”, ha affermato.
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Sfattoria, superata quota 200mila firme per la petizione anti-abbattimento
“I nostri animali sono iscritti nella Banca dati nazionale come “Pet”, cioè animali di affezione, e sono tra l’altro tutti microchippati. Sono sanissimi e tutti regolarmente vaccinati come previsto dalla Legge. Abbiamo inoltre adottato misure di biosicurezza stringenti: accessi su calce, doppie recinzioni, utilizzo di calzari e tute per l’ingresso in stalla“, aveva spiegato l’attivista Paola Samaritani.
Il fatto che nessuno di quegli animali avesse contratto la peste suina non era bastato a convincere i sanitari dell’Asl romana a non emanare un provvedimento di abbattimento di tutti i 140 animali presenti.
Intanto ha superato quota 200mila firme la petizione lanciata sul portale Change.org per chiedere lo stop ai piani di abbattimento degli animali.