Seychelles, Leonardo Di Caprio annuncia la nascita di due enormi aree marine. Le Seychelles annunciano l’istituzione di due enormi riserve marine, grandi tanto quanto la Gran Bretagna.
Grazie ad un accordo di riduzione del debito le Seychelles potranno proteggere i 210.000 chilometri quadrati di Oceano indiano. Limitando così il turismo, le trivellazioni petrolifere e la pesca commerciale che minaccia delfini, tartarughe e vita marina.
La realizzazione del progetto è stata resa possibile grazie all’accordo per il risanamento di 17 milioni di euro del debito publico, progettato da Nature Conservacy, l’Ong americana che ha prestato i fondi al governo di Victoria, anche sotto forma di donazioni di privati tra cui la Fondazione Leonardo Di Caprio.
Le Seychelles si sono impegnate ad aumentare il mare protetto nella loro Zona economica esclusiva (Zee) dallo 0,04% al 30%. Queste prime istituzioni di aree marine protette, rappresentano solo la prima metà dei 410.000 Km2 che saranno protetti entro il 2022.
Il progetto, si inserisce nella promozione di ‘un’economia blu‘ basata sulla pesca e sul turismo, settori cruciali per lo sviluppo dell’arcipelago.
«L’Msp è progettato per proteggere le risorse ecologiche delle Seychelles – spiega The Nature Conservancy – mentre consente alla sua “Blue Economy” (le imprese che si affidano alle risorse oceaniche) di continuare in modo sostenibile per le generazioni a venire. L’Msp copre tutti i 1,4 milioni di chilometri quadrati del territorio delle Seychelles ed è la seconda più grande area oceanica al mondo a essere coperta da tale piano”.
Il governo dovrà realizzare entro il 2020 la zona di protezione marina per preservare le acque e i suoi ecosistemi dai cambiamenti climatici.
La riserva, avrà una superficie grande circa il 15% della Zona economica esclusiva (Zee) delle Seychelles.
“Il nostro oceano genera opportunità di sviluppo, ma anche delle responsabilità – ha detto Didier Dogley, ministro dell’Ambiente – è una risorsa fondamentale per il nostro sviluppo e per il futuro delle prossime generazioni”.
Il progetto dovrà proteggere 115 isolotti dagli effetti del riscaldamento globale, dall’innalzamento del livello dell’acqua e la sua acidificazione, dall’inquinamento, dalla pesca intensiva e illegale, dalle attività minerarie e petrolifere in acque profonde.
Tra le zone protette rientra l’atollo di Aldabra, patrimonio mondiale dell’Unesco, dove nidificano gli uccelli marittimi e vivono tartarughe giganti con i dugong (mucche di mare).
The Nature Conservancy spiega che il territorio delle Seychelles è per il 99% oceano e i suoi cittadini dipendono da un ecosistema marino sano e prospero. Pesca e turismo occupano il 43% della forza lavoro del Paese e le Seychelles hanno uno dei più alti livelli di consumo pro capite di pesce al mondo. «Questa dipendenza dalle risorse marine – dicono gli ambientalisti – rende le Seychelles e altre nazioni oceaniche tra le più vulnerabili ai cambiamenti climatici. Identificando grandi aree per essere entrambe protette e gestite in modo adeguato, le Seychelles sono ora meglio preparate agli effetti sconosciuti del riscaldamento e dell’innalzamento delle acque, dell’acidificazione degli oceani e della pesca eccessiva e illegale. Senza queste aree protette marine, attività come l’esplorazione di petrolio e gas, le miniere in acque profonde, le paranze e ecniche di pesca controverse potrebbero svolgersi, con restrizioni o indicazioni ridotte o inesistenti, in uno degli oceani più biodiversi del pianeta».