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Sciopero dei medici, il 20 novembre a rischio 1,2 milioni di prestazioni sanitarie

Un medico in camice verde con stetoscopio incrocia le braccia, simboleggiando la protesta per il 20 novembre e il rischio di 1,2 milioni di prestazioni sanitarie.

Il declino del settore sanitario in Italia non accenna a fermarsi e i medici tornano a incrociare le braccia per una protesta di 24 ore, a partire dalla mezzanotte del 20 novembre. Sono a rischio 1,2 milioni di prestazioni sanitarie.

Dopo la realizzazione dell’assenza delle norme attese dalla categoria nel testo dell’ultima manovra del governo, è arrivata la decisione di scioperare. In Italia la spesa per il settore sanitario è tra le più basse d’Europa, secondo i dati dell’Istituto Gimbe siamo al 16° posto tra i Paesi dell’area OCSE e all’ultimo posto tra i Paesi del G7. Nel 2023 l’Italia ha destinato 3.574 dollari pro capite alla spesa sanitaria contro la spesa tedesca che ammonta a 7.253 dollari. Dopo i tagli al settore sanitario applicati durante la crisi economica, la promessa di aumentare la spesa sanitaria non è stata mantenuta dal governo Meloni, sebbene fosse stata garantita nelle settimane precedenti.

Come diffuso da ANAAO ASSOMED, CIMO-FESMED e NURSING UP sono a rischio “tutti i servizi, compresi gli esami di laboratorio, gli interventi chirurgici (circa 15mila quelli programmati che potrebbero essere rinviati), le visite specialistiche (100 mila), i servizi assistenziali e le prestazioni infermieristiche ed ostetriche, anche a domicilio, e gli esami radiografici (50mila). Saranno in ogni caso garantite le prestazioni d’urgenza.”

I motivi principali dello sciopero dei medici sono: le risorse insufficienti riservate al finanziamento dei contratti, contro la mancata attuazione della normativa depenalizzazione dell’atto medico e sanitario, contro la mancata assunzione di nuovo personale e contro mancata introduzione di norme che impegnino i Ministeri competenti alla immediata attivazione di Presidi di Pubblica Sicurezza negli ospedali italiani al fine di renderli luoghi sicuri per il personale che vi opera.