Fu il simbolo della bonifica della discarica abusiva più grande d’Europa. L’ultimo pensiero ai compagni di militanza: “Scusate se non connetto bene, volevo dirvi di lottare per la pace”.
Addio a Salvatore Lagatta, 69enne sindaco di Bussi sul Tirino (Pescara) che nel maggio 2023 era appena stato rieletto per il terzo mandato consecutivo. Militante ancor prima che politico (fu sindacalista Cisl prima e membro di Rifondazione Comunista in seguito), il primo cittadino del piccolo centro abruzzese era malato da tempo ed è morto nelle scorse ore. Tra i suoi impegni di una vita, c’era stato quello contro la discarica abusiva più grande d’Europa. Una battaglia dura, ma vinta, in nome della salute dell’ambiente e dei cittadini.
Era il 2007 quando la discarica abusiva, con 130mila m³ di rifiuti in 35mila m², fu scoperta dalla Guardia forestale che conduceva le indagini coordinate dalla Procura di Pescara. In un terreno di proprietà di Edison, poco a valle rispetto allo stabilimento industriale, in confluenza tra due fiumi, si trovava quell’ingente quantità di rifiuti interrati, che contaminavano un territorio posto tra più parchi nazionali. Tra i cittadini e i militanti che chiedevano a gran voce giustizia e la bonifica del territorio, c’era anche Salvatore Lagatta, che nel 2009, poco dopo il terremoto dell’Aquila, fu eletto sindaco di Bussi per la prima volta.
Alla fine, furono rinviate a giudizio, con l’accusa di disastro ambientale 19 persone, la maggior parte dirigenti e tecnici legati al polo chimico. Assolti in primo grado nel 2014, nel secondo grado era invece arrivata la condanna per dieci di loro. Alla fine, nel 2018, la Cassazione aveva ribaltato di nuovo la sentenza, assolvendo le dieci persone condannate, di cui sei per avvenuta prescrizione. Una beffa solo parzialmente ripagata dalla sentenza amministrativa, che aveva imposto a Edison di pagare la bonifica delle discariche 2A e 2B.
Tuttavia, la bonifica tanto voluta dai cittadini di Bussi e dal loro sindaco, è arrivata finora solo in parte. “I risultati degli ultimi tre anni di bonifica sono innegabili, ma rimangono purtroppo fuori la 2A e la 2B perché manca il piano esecutivo” – aveva spiegato Salvatore Lagatta all’Ansa meno di due settimane fa – “Il nostro obiettivo non è solo quello di bonificare, ma anche di ridare vita a questo sito“.
La scomparsa di Salvatore Lagatta lascia un’enorme vuoto tra cittadini, ambientalisti e autorità politiche. Marco Marsilio, presidente della Regione Abruzzo, pur avendo idee nettamente distanti, lo ha ricordato così: “Con lui in questi anni abbiamo combattuto fianco a fianco per bonificare il territorio comunale dalla discarica dei veleni. A nome personale e dell’intera giunta regionale porgo alla sua famiglia le più sentite condoglianze“.
“Hai difeso la nostra terra combattendo contro i potenti che inquinano e devastano i territori. Ciao compagno Salvatore e grazie di tutto“, il commento di Marco Palermo, attivista e volontario abruzzese che si spende per la difesa dell’ambiente, degli animali e dei diritti civili.
Anche il pescarese Maurizio Acerbo conosceva molto bene Salvatore Lagatta, ed oggi esprime tutto il dolore per la scomparsa. “Ha affrontato la malattia con la forza d’animo e il coraggio che lo hanno sempre contraddistinto, è stato un grande sindaco che ha lavorato con passione, competenza, intelligenza, amore disinteressato al servizio della sua comunità. Per questo è stato eletto tre volte sindaco. Salvatore ha lottato come un leone per la bonifica integrale delle discariche chimiche e per ridare un futuro occupazionale alla sua comunità” – ha spiegato il segretario di Rifondazione Comunista – “Era figlio di quella comunità operaia che aveva pagato un prezzo enorme a quella industria chimica di cui Salvatore conosceva ogni storia. Per una vita, da giovane militante di Lotta Continua, da sindalista, da punto di riferimento di Rifondazione Comunista ha sempre denunciato e scoperchiato tutte le problematiche del polo chimico e difeso i diritti dei lavoratori e dei cittadini. Tutta la provincia di Pescara gli deve grande riconoscenza. Noi di Rifondazione Comunista perdiamo un compagno insostituibile. Lo saluto a pugno chiuso come in questa foto nella serata della festa per la terza vittoria. Un abbraccio fortissimo a Grazia e a tutti i familiari e amici“.
Camillo Lagatta, figlio di Salvatore, ha invece rivelato un messaggio che il padre voleva inviare ai compagni di lotta e di militanza nelle ultime ore di vita: “Militanti, scusate se non connetto bene, volevo solo dirvi che dovete lottare per la pace“. “Mi manchi già tantissimo, sei l’uomo più forte che conosco, ti amo più di ogni altra cosa. Ciao Papà“, ha spiegato il figlio di Salvatore Lagatta.