Sempre più giovani convivono con ansia e depressione. Si tratta di un dato assodato da quando, nel 2022, un’indagine del Censis, Consiglio Nazionale dei Giovani e Agenzia Nazionale dei Giovani fece emergere l’aumento del disagio giovanile nei ragazzi italiani.
Quasi la metà degli intervistati di età compresa tra 18 e 25 anni aveva affermato di avere sofferto di ansia e depressione a seguito della pandemia.
Da quei dati è nato il progetto “Mi vedete?” che ha portato il tema della salute mentale all’interno delle classi con giornate di consapevolezza e workshop dedicati, tanto da promuovere un modello di ascolto dei giovani da estendere a tutti gli istituti.
Secondo i dati emersi dal progetto, se il 100% degli insegnanti afferma di accorgersi delle difficoltà dei ragazzi, solo il 31% dei genitori ne è cosciente, mentre il 71% dei giovani ascoltati ha dichiarato di provare disagio.
Causa del malessere per il 27% degli adolescenti è il rapporto con genitori e scuola. Per i genitori la causa principale è la scuola mente secondo i docenti la causa primaria sarebbero i genitori. Lo scarico di responsabilità dal mondo della scuola a quello familiare e viceversa appare uno dei primi problemi da risolvere.
Il mondo degli adulti, sostengono i ricercatori, deve tornare a educare gli adolescenti. “Il compito di chi opera nel settore è fornire ai ragazzi ciò che li può aiutare a sviluppare un benessere della mente e a favorire un equilibrio delle relazioni sociali, familiari e formative”, ha affermato in una nota Alberto Siracusano, Ordinario di Psichiatria e Coordinatore del Tavolo Tecnico Salute Mentale del Ministero della Salute.