Salute, crescita e sviluppo dei bambini: quali i fattori di rischio?

“L’alimentazione vegana? Un non senso assoluto”. Sistema sanitario italiano: “Le scelte dovrebbero essere guidate dalla medicina di valore”. Intervista al prof. Daniele De Luca.

Nella fase di crescita e di sviluppo dei bambini sono tanti i fattori da tenere in considerazione: dall’impatto dell’inquinamento outdoor e indoor sulla loro salute, alla scelta di un’alimentazione corretta.

A spiegarci a cosa bisogna fare attenzione e quali sono i rischi  legati alla salute di un bambino Daniele De Luca, prof. ordinario di Pediatria all’Università Paris Saclay, direttore Rianimazione Neonatale all’Ospedale “A. Béclère” di Parigi e presidente della European Society for Pediatric and Neonatal intensive Care (Espnic).

Il prof. De Luca, romano e laureato all’ Università Cattolica, ha ricevuto a marzo 2022 la nomina di Cavaliere della Repubblica in quanto, tra le motivazioni, “direttore della più grande rianimazione neonatale di Francia, più giovane professore ordinario di pediatria di Francia e tra i più giovani in Europa” e per aver “promosso lo sviluppo della neonatologia italiana creando una scuola della specialità con specializzandi e dottorandi italiani a Parigi”.

Inquinamento outdoor e indoor: che impatto hanno sulla salute dei bambini e casi di malattie respiratorie

“I bambini hanno delle caratteristiche peculiari e, dal punto di vista respiratorio, si trovano ancora in una fase di sviluppo: il polmone si sviluppa anche per i primi 6-8 anni, quindi è molto suscettibile agli stimoli esterni.spiega a TeleAmbiente il prof. Daniele De Luca –  L’inquinamento, con le sue particelle inquinanti ed allergeni, può contribuire a determinare malattie come l’asma, la bronchiolite e una certa reattività bronchiale soprattutto nei più piccoli, ulteriore causa dei disturbi che purtroppo conosciamo, come l’epidemia invernale di bronchiolite che c’è stata. Sicuramente, la stimolazione dell’albero respiratorio da parte degli inquinanti non aiuta”.

Il fattore smog va considato? Anche se non ha un effetto immediato diretto sulla salute dell’individuo singolo, a lungo andare ha un impatto sul benessere a livello di popolazione e rappresenta un fattore importante di salute pubblica. Anche un adulto che è stato soggetto all’inquinamento per molti anni poi può avere delle problematiche rispetto a chi invece vive in campagna, in un ambiente meno inquinato”.

E aggiunge: “Ridurre l’inquinamento non è molto semplice, e la questione non riguarda solo le automobili. Il discorso è più complesso. Io penso che sia necessaria una grande opera di formazione alla salute per tutti, molte cose sono ignote ai più e credo che ci sia bisogno di educare meglio la popolazione su cosa è rischioso e cosa non lo è. Lo abbiamo fatto negli anni scorsi per esempio con il fumo.

Roma, capitale delle culle vuote: nati in calo del 10% (dati Istat)

“Il calo delle nascite credo che sia un problema non solo di Roma ma anche nazionale e, in qualche misura, anche di vari paesi occidentali. Bisogna pensare a delle misure importanti ed urgenti a livello governativo per invertire la tendenza altrimenti le conseguenze saranno drammatiche al livello societario“, spiega il prof. De Luca.

Alimentazione, un’alimentazione vegana per i neonati è possibile? 

L’alimentazione vegana è un non senso assoluto. – ci tiene ad evidenziare il prof. De Luca –  Per quanto riguarda il bambino o il lattante, l’alimentazione vegana diventa qualcosa di grave perché l’uomo non è nato per essere vegano, è un animale onnivoro, quindi, nell’alimentazione del bambino le proteine animali devono esserci, sono importanti. Che poi dopo si faccia una scelta dettata da altre considerazioni è un altro discorso, ma imporre questo in maniera non suffragata da dati biologici che possano supportare un bambino, mi sembra davvero un’assurdità”.

E aggiunge: “L’alimentazione più corretta per un neonato è ovviamente il latte materno, tutto il resto è artificiale. Dopo i primi 6 mesi di vita vanno introdotti alimenti più solidi che includono anche le proteine animali. Non c’è un limite per cui ad una certa età le proteine animali facciano male. La saggezza sta nella varietà di cui per fortuna, con la dieta mediterranea, siamo maestri, e nella quantità (l’eccesso in generale a livello calorico non è una cosa positiva). Con la sua varietà e stagionalità la dieta mediterranea è qualcosa di più biologicamente fondato rispetto a scelte più radicali“.

Sistemi di cura italiani rispetto a quelli europei: cosa manca per raggiungere un livello di cura omogeneo in tutta Europa

“A mio parere l’Italia non è messa particolarmente male rispetto ad altri grandi paesi europei come la Francia o la Spagna. La questione è purtroppo più subdola. La spesa maggiore nel sistema sanitario non sta nei farmaci, né negli strumenti, ma è proprio nel personale, quindi è lì il problema. Se si vuole aumentare la qualità bisogna fare due cose: investire di più in personale sanitario e stare al passo con ricerca ed innovazione“.

E conclude: “La spesa per il personale è inevitabile, poi a livello più ampio, dove investire in ricerca e farmaci è una scelta che dovrebbe essere guidata dalla cosiddetta ‘medicina di valore’ cioè investiamo di più per ottenere un risultato che ha un valore nella salute pubblica, piuttosto che ottenere qualcosa di effimero”.

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