Salsiccia, Corte Ue: "Si può chiamarla così anche se è vegetale"

Salsiccia, Corte Ue: “Si può chiamarla così anche se è vegetale”

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Si potrà tornare a chiamare salsiccia un prodotto che non contiene carne. È stato infatti accolto il ricorso presentato alla Corte europea da un gruppo di produttori di cibi plant based francesi.

Meat sounding

La Corte di Giustizia ha stabilito che uno stato membro non può vietare l’uso di parole tradizionalmente utilizzate per descrivere prodotti animali (meat sounding) anche se si tratta di prodotti plant based. Oltre alla Francia anche l’Italia ha proibito la pratica con la legge 1 dicembre 2023 n° 172. “Qualora non sia stata adottata una denominazione legale, uno Stato membro non può vietare l’uso di termini tradizionalmente associati a prodotti di origine animale per designare un prodotto contenente proteine vegetali” hanno sentenziato i giudici. Tornano quindi utilizzabili parole come hamburger e salsiccia per i prodotti a base di soia, broccoli e altri vegetali.

Salsiccia sì, latte no

Rimane in vigore invece la proibizione di chiamare latte le bevande vegetali che lo ricordano. Con una decisione dell’europarlamento del 2017 nell’Unione è stato proibito utilizzare le parole latte ma anche yogurt, burro e formaggio per designare prodotti di origine vegetale.

Un giro d’affari miliardario

I contrasti tra i settori tradizionali e quello delle alternative vegetali sono nati negli ultimi decenni, con il boom dei prodotti vegani e vegetariani gli scaffali dei supermercati si sono riempiti di polpette, affettati, hamburger ma anche bevande di soia, mandorla o avena, tutti prodotti al 100% vegetali.

Secondo i dati del Good Food Institute il settore cibo vegetale ha raggiunto il valore di 5,7 miliardi nel 2022. L’Italia è il terzo mercato europeo per questi prodotti. Contro l’uso di nomi considerati “ingannevoli” sono insorte diverse associazioni di categoria nel settore della carne (che non aveva ottenuto le stesse tutele accordate all’industria del latte) e in diversi Paesi si è arrivati a proibire l’uso di queste parole.

Adesso con la sentenza si torna a potere utilizzare alcune definizioni incriminate.

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