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Sabbia della Sardegna come souvenir, multati due turisti

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Si tratta del secondo caso in appena tre giorni.

Come ogni estate, la Sardegna si è riempita di turisti e non potrebbe essere altrimenti con la bellezza dei paesaggi marini. Purtroppo, come avviene periodicamente, capita anche che qualche turista decida di portare con sé qualche souvenir alternativo e decisamente proibito. Un classico esempio? La sabbia delle spiagge, protetta perché sempre più limitata anche per via dell’erosione e dell’espansione del mare.

L’estensione delle spiagge, in Sardegna e non solo, si sta riducendo a vista d’occhio e la sabbia diventa un bene prezioso e sempre più limitato. Anche per questo, molte spiagge sono diventate negli ultimi anni a numero chiuso, per preservarne l’arenile. Ciò che poteva (forse) essere considerato accettabile decenni fa, oggi non è più tollerabile e infatti non è consentito. Eppure, molti turisti continuano a raccogliere la sabbia (e non solo) per riportarla a casa come ricordo della vacanza.

Un fenomeno comune, ma fortunatamente sempre più contrastato dalla legge. Nel giro di tre giorni, in Sardegna, ci sono stati due diversi episodi. Il primo, in ordine cronologico, risale a sabato scorso: due turisti italiani, di ritorno dalla Gallura e in procinto di imbarcarsi a Olbia, sono stati scoperti in possesso di diverse conchiglie e addirittura di una nacchera o cozza penna (Pinna nobilis), il più grande bivalve del Mediterraneo, una specie a rischio di estinzione. I beni trafugati dalle spiagge sono stati sequestrati.

Lunedì scorso, invece, una coppia di Modena, che stava per imbarcarsi sul traghetto Olbia-Livorno, è stata scoperta con una vera e propria collezione di souvenir illegali dagli agenti dell’Autorità di sistema portuale Mare di Sardegna. Nelle loro valigie, infatti, c’erano 11 barattoli contenenti sabbia proveniente da altrettante spiagge diverse: tra queste, anche Capriccioli, Romazzino, Cala Brandinchi, Liscia Ruja, Grande Pevero, Lu Impostu e la Spiaggia del Principe. I due turisti sono stati segnalati alla sezione operativa di Olbia dell’Agenzia delle Dogane.