Nelle prossime ore, e fino al prossimo weekend, gran parte d’Italia sarà investita da una nuova concentrazione di polvere rossastra (ma con tempi diversi a seconda delle zone del Paese).
Dopo i fenomeni degli scorsi giorni e settimane, nelle prossime ore si prevedono nuovi picchi di sabbia in arrivo dal Sahara sull’Italia. La polvere rossastra, spinta dall’anticiclone africano e dai venti che soffiano da Sud, tornerà a coprire gran parte della Penisola e del bacino del Mediterraneo. Lo ha reso noto Copernicus, il servizio di osservazione della Terra dell’Esa e della Commissione europea.
Per quanto riguarda il Centro-Nord, il picco della concentrazione della polvere avverrà tra giovedì e venerdì, mentre al Sud giungerà nel prossimo fine settimana. La cosiddetta sabbia del Sahara è una polvere trasportata dai fenomeni atmosferici, come vento e precipitazioni, che contiene un mix di particelle sollevate dalla superficie del suolo e di inquinanti atmosferici. Al suo interno ci sono anche ossidi di ferro, ed è questo il motivo per cui la sabbia è magnetica.
La definizione di sabbia, tuttavia, è impropria, perché si tratta di una polvere decisamente più sottile che nell’atmosfera può mescolarsi con particelle ultrafini pericolose per la salute, come i PM10 e i PM2.5. Proprio per questo, come sottolinea la Società Italiana di Medicina Ambientale (Sima), il fenomeno non va sottovalutato perché può avere conseguenze per la salute specialmente tra bambini, anziani, cardiopatici e chi soffre di patologie respiratorie, compresa l’asma.
Il fenomeno, insolito ma più frequente negli ultimi tempi, ha scatenato varie teorie del complotto come il cloud seeding o le scie chimiche. I ricercatori del Centro di monitoraggio dell’atmosfera di Copernicus hanno rilevato un aumento in tempi recenti dell’intensità e della frequenza della polvere sahariana e c’è il forte sospetto che questo sia dovuto a modifiche nella circolazione atmosferica causate dal cambiamento climatico. Da questo punto di vista, però, ogni relazione di causa-effetto va ancora dimostrata scientificamente.