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Roma, il convegno “Salute e Agroalimentare: dalla sicurezza più qualità” organizzato dall’Arma dei Carabinieri

Con un miliardo di euro all’anno, circa 3 milioni di euro al giorno, quello della contraffazione alimentare è diventato un vero e proprio business, non solo per la criminalità organizzata.“Salute e Agroalimentare: dalla Sicurezza più Qualità” è il tema del convegno promosso  presso il Comando Unità Mobili e Specializzate “Palidoro”.

 

Vino, carne e conserve nella black list dei prodotti più soggetti a illeciti. Ma a minacciare il comparto agroalimentare sono forse, e soprattutto, le contaminazioni chimiche in Agricoltura.
Ma cosa s’intende per contaminazioni chimiche? E quali sono i rischi per la salute?

A queste, e molte altre domande si è cercato di rispondere durante il convegno “Salute e Agroalimentare: dalla Sicurezza più Qualità”. Il contributo dei Reparti Specializzati e Forestali dell’Arma dei Carabinieri“, promosso dal Comando Unità Mobili e Specializzate Carabinieri “Palidoro” e dal Comando Unità Forestali, Ambientali e Agroalimentari Carabinieri.

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Non deve sorprendere che l’Arma dei Carabinieri si interessi di questi aspetti, la sicurezza alimentare e la salute, che sono una parte non indifferente della sicurezza complessiva delle comunità – ha detto il Comandante Generale dei Carabinieri, Giovanni Nistri, aprendo il convegno – nel 1962 furono istituiti i primi sei Nuclei Antisofisticazione dei carabinieri con lo specifico compito, non solo di agire nella sicurezza della salute ma di interessarsi anche delle adulterazioni alimentari. Da allora i Nas sono cresciuti e nel 2019 i risultati sono di oltre 4 mila violazioni penali accertate, di oltre 18 mila infrazioni amministrative e di beni adulterati sequestrati per oltre 150 milioni di euro”.

L’obiettivo di questo convegno, incentrato sulla sicurezza agroalimentare – ha poi aggiunto Niatri – è quello di investigare su questa stagione complessa nella quale i mutamenti avvengono con una velocità inusitata nel passato e le minacce assumo forme ibride, asimmetriche, multidimensionali e multifattoriali e pertanto incidono anche su settori che in passato potevano sembrare meno importanti ai fini della sicurezza complessiva, appunto l’agroalimentare, la salute e l’ambiente, la tutela del lavoro con riferimento ai comparti di cui ci stiamo interessando”.
“Un’istituzione come la nostra – ha concluso il comandante – che deve produrre sicurezza non può non interessarsi di questi settori. L’Arma è legata a questi settori da una continuità storica”.

Anno dopo anno, i numeri dei reati contro l’ambiente crescono a dismisura, così come il fatturato dell’ecomafia.

In Italia ogni ora vengono accertati più di tre reati ambientali, per un totale di oltre 28mila nel 2018 per un business che vale 16,6 miliardi di euro.
Il contrasto alle mafie costituisce l’obiettivo primario per salvare l’economia – ha detto il procuratore Nazionale Antimafia, Federico Cafiero de RahoQuello che ancora oggi non si riesce a capire e quello che anche la politica non ha ancora colto pienamente, perché’ non ne parla come meriterebbe, è che le mafie costituiscono la zavorra della nostra economia. Sono le mafie a bloccare la nostra economia“.

Le mafie – ha spiegato de Raho – si inseriscono nella grande distribuzione ortofrutticola. Spesso prodotti coltivati a costi notevoli finiscono sul mercato a prezzi bassissimi che non riescono neanche a coprire i costi. Dietro c’e’ una speculazione enorme. Il mercato ortofrutticolo era quasi monopolio del clan dei Casalesi a Fondi e dei clan di Cosa Nostra a Vittoria. Ma non solo. Anche nel mercato ortofrutticolo di Milano ci sono state infiltrazioni, pensiamo alla Ndrangheta con i Piromalli, sostituiti dopo gli arresti dai Morabito”.

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Nella statistica delle frodi, l’Italia e’ il soggetto che più’ pesa sul bilancio comunitario nelle frodi alla Ue – ha aggiunto poi il Procuratore – Nel settore agro-alimentare le mafie si sono fatte protagoniste: tendono ad acquisire le più grandi estensioni di terreno non solo per coltivare ma anche per frodare l’Unione Europea le mafie si inseriscono anche nel pascolo abusivo e nella grande distribuzione attraverso un circuito mafioso che riesce a controllare il prezzo“.
Si tratta – ha concluso De Rahi – di una speculazione enorme che ricade su acquirente e mercato. Tutta la filiera e’ condizionata dalle mafie. Basti pensare al loro intervento sull’aumento del prezzo, con il pizzo, sempre“.