L’orrore al Verano per un gesto ingiustificabile che difficilmente verrà punito.
Rabbia, dolore e indignazione a Roma, dove la tomba del piccolo Alfredino Rampi, al Verano, è stata sfregiata con 11 svastiche disegnate sulla lapide. Il bambino di sei anni, morto dopo essere caduto in un pozzo a Vermicino il 13 giugno 1981, si trova infatti sepolto al Cimitero Monumentale della Capitale, insieme al fratello Riccardo, scomparso qualche anno fa. Il Campidoglio, dopo aver chiesto e ottenuto l’autorizzazione della mamma Franca, sta provvedendo a ripulire e restaurare la lapide.
Le svastiche sulla lapide di Alfredino sono state disegnate con tutta probabilità nei giorni scorsi. Lo si deduce dalle testimonianze di alcune persone che, fino a una settimana prima, non le avevano notate. L’episodio ha indignato davvero tutti, perché viene gratuitamente oltraggiata la memoria di una giovanissima vita, spezzatasi tragicamente ed entrata nel cuore di tutti gli italiani. “Una profanazione vigliacca e inaccettabile, Alfredino resta nei nostri cuori. Questi barbari si vergognino“, aveva spiegato il sindaco Roberto Gualtieri.
A rendere ancora più dolorosa la vicenda c’è l’altissima probabilità che gli autori restino impuniti. “Solo un matto può aver fatto una cosa così terribile, non potevo crederci: è stato un grandissimo dolore. E ora temo che possano tornare a farlo” – ha spiegato Franca Rampi, mamma di Alfredino, al Messaggero – “Io e mia nuora siamo distrutte, vicino alla foto di mio figlio Riccardo c’erano anche scritte ingiuriose. Non riusciamo a darci pace, si riaprono ferite mai rimarginate del tutto. Sarà difficile rintracciare i responsabili, ci sono poche telecamere in tutto il Verano“.