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Roma, nel fiume Almone altissima presenza di batteri fecali

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Nell’antichità fiume sacro per i romani, negli ultimi anni era diventato una discarica.

Un’altissima presenza di batteri fecali nel fiume Almone, a Roma. Il terzo fiume del Lazio, che era sacro per gli antichi romani, non è ancora arrivato al risanamento ambientale e le analisi delle acque raccolte a febbraio dall’Arpa, nel Parco della Caffarella, lo confermano. Le analisi hanno riguardato i livelli di cromo, azoto e vari metalli e hanno permesso di accertare la presenza di batteri come escherichia coli ed enterococchi.

Ad occuparsi costantemente della pulizia del fiume Almone è il Comitato per il Parco della Caffarella, che ora chiede di ripetere le analisi anche agli indicatori biologici come flora e fauna presenti nel fiume, in modo da avere un quadro più esauriente della situazione. “Per anni l’Almone è stato considerato solo come una discarica e per questo abbiamo chiesto di riqualificarlo, a partire dalla realizzazione di un collettore fognario“, spiega Roberto Federici del Comitato.

Come spiega anche RomaToday, il Comitato per il Parco della Caffarella anni fa aveva raccolto firme, promosso una petizione popolare e pubblicato il volume ‘Il sacro Almone da fiume a discarica’. Alla fine, grazie agli sforzi di cittadini e volontari, il collettore era stato realizzato nel 2017. “Oggi il fiume è più pulito, non è più maleodorante e abbiamo visto anche il ritorno di alcuni pesci” – spiega il Comitato – “Ma servono controlli costanti, perché il campionamento effettuato in una singola giornata, come quello dell’Arpa, non può essere esaustivo. L’Almone non può tornare ad essere una discarica“.

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