
L’affondo del fondatore dei Pink Floyd, intervenuto alla proiezione a Roma del documentario ‘C’era una volta in Italia – Giacarta sta arrivando’.
Roger Waters e l’affondo contro i ‘poteri forti‘. Il bassista e fondatore dei Pink Floyd è intervenuto, in collegamento, alla proiezione a Roma del documentario ‘C’era una volta in Italia – Giacarta sta arrivando’. Un documentario realizzato da Federico Greco e Mirko Melchiorre, gli autori di ‘Piigs’, e distribuito da Fil Rouge Media.
L’affondo di Roger Waters
“Dobbiamo reagire combattendo i poteri forti, e lo si fa anche con un bel film come questo” – ha spiegato Roger Waters – “Dobbiamo impedirgli di distruggere tutto il Pianeta, di sacrificarci sull’altare dei loro cavilli e di una mentalità commerciale“.
Roger Waters per la sanità pubblica italiana
Ma cosa c’entra Roger Waters con un documentario italiano? Molto semplice: il fondatore dei Pink Floyd ha sostenuto sui social l’occupazione dell’ospedale di Cariati (Cosenza), argomento centrale del docu-film. E ora ha pubblicizzato l’uscita dell’opera. Era la fine del 2020, con la Calabria in piena emergenza Covid e senza posti letto, dopo che nel 2010 erano stati chiusi ben 18 ospedali regionali. Una testimonianza drammatica della situazione nella Regione e una difesa arcigna della sanità pubblica.
Roger Waters, Gino Strada e Ken Loach nel docu-film
Roger Waters è intervenuto nel docu-film anche esprimendo alcune riflessioni sull’argomento. Ma non è l’unico: nell’opera compaiono anche il compianto Gino Strada, Ken Loach, Vittorio Agnoletto, il sociologo Jean Ziegler ed esperti di sanità come Nicoletta Dentico, Michael Marmot e Maria Elisa Sartor.
La svolta
Dai giorni dell’occupazione, qualcosa è cambiato. E lo conferma uno dei protagonisti, Cataldo Curia: “La situazione si sta lentamente sbloccando, stiamo facendo funzionare l’ospedale. Non c’era mai stata la Tac, da quando era stato aperto nel 1978, e l’abbiamo fatta arrivare. Abbiamo attivato anche ambulatori di psicologia, anche infantile, cardiologia e radiologia. Per la riapertura manca solo un piccolo cavillo“.