Il duro attacco dell’assessora regionale alla Transizione ecologica e Trasformazione digitale al leader di Italia Viva: ecco cosa è successo.
Roberta Lombardi, duro attacco a Matteo Renzi. L’assessora alla Transizione ecologica e Trasformazione digitale della Regione Lazio smentisce il leader di Italia Viva, che aveva chiesto la costruzione di nuovi termovalorizzatori e aveva accusato il Lazio di aver bloccato le rinnovabili. “In poche frasi, Renzi ha dimostrato che continua a parlare di temi e realtà che non conosce, almeno su due questioni. Afferma che bisogna sbloccare i termovalorizzatori, meglio detti inceneritori, ma è noto che bruciare i rifiuti per produrre energia non è sostenibile, né per l’ambiente, né per la salute e le tasche dei cittadini, che finora li hanno finanziati con una voce ad hoc in bolletta, a differenza delle rinnovabili per le quali invece le famiglie ricevono degli incentivi, soprattutto con l’autoconsumo attraverso le Comunità Energetiche Rinnovabili” – il commento di Roberta Lombardi – “Renzi afferma anche che nel Lazio abbiamo bloccato le rinnovabili, visto che le autorizzazioni non si sono mai fermate, e nel panorama nazionale siamo tra le Regioni virtuose sia per la durata media di otto mesi degli iter autorizzativi sia per potenza installata e/o in via di installazione, arrivando complessivamente già oggi a coprire fino al 21% del fabbisogno energetico regionale con fonti energetiche rinnovabili e proiettandoci verso i più ambiziosi obiettivi Ue del 2030 e 2050“.
Roberta Lombardi, proprio riguardo alle rinnovabili, ha poi aggiunto: “Stiamo potenziando quella percentuale coniugando lo sviluppo con la salvaguardia della bellezza dei territori e delle economie locali, in primis il nostro prezioso suolo agricolo. Uno di questi è la sospensione di otto mesi solo dell’installazione degli impianti da fonti energetiche rinnovabili, ma le autorizzazioni non sono mai state sospese“. La misura, spiega l’assessora regionale del Lazio, “ci sta consentendo di effettuare la mappatura delle aree non idonee e idonee ad ospitare gli impianti FER, in modo da dare alle imprese del settore la certezza su dove investire, con procedure burocratiche semplificate. Ma soprattutto un’operazione fondamentale per armonizzare e tutelare i vari interessi in campo, dai beni culturali e paesaggistici all’agricoltura fino al patrimonio naturalistico, perché è questo quello che fa un amministratore che non risponde agli interessi di una lobby specifica ma che agisce, com’è giusto che sia, quale soggetto terzo rispetto alle prerogative particolaristiche“.