Secondo una recente ricerca condotta da Nomisma per l’Osservatorio Cirfood district il servizio di ristorazione scolastica viene apprezzato dai genitori
I genitori in larga maggioranza apprezzano il servizio di ristorazione scolastica. È quanto emerge dalla ricerca condotta da Nomisma per l’Osservatorio Cirfood district intitolata “Percezione del servizio di refezione scolastica da parte delle famiglie italiane”, il servizio di refezione viene apprezzato nel 72% dei casi e tale grado di soddisfazione è attribuibile, in generale, alla varietà dei menu proposti (36%) che includono opzioni salutari ed equilibrate, alla sostenibilità dei piatti offerti (27%), all’efficienza del servizio (31%) e al ruolo cruciale che la ristorazione scolastica svolge non solo dal punto di vista nutrizionale, ma anche sociale, contribuendo alla crescita e al benessere dei giovani.
I benefici della ristorazione scolastica
Per più di otto famiglie su 10 il servizio di ristorazione nelle scuole ha una valenza maggiore. I genitori intervistati considerano, infatti, la mensa come un importante momento per la socializzazione (94%), uno spazio per promuovere l’inclusione, capace di ridurre le disparità (89%), contribuire a una nutrizione sana ed equilibrata (89%) e un’occasione per accedere ad un pasto equilibrato ad un prezzo accessibile per tutti (89%). A questo si aggiunge che il servizio, secondo quanto emerge dalla ricerca, incide sulla riduzione della povertà alimentare (85%) e permette una migliore gestione della vita famigliare quotidiana (88%). Inoltre il pasto è il momento ideale per affrontare tematiche importanti, come le buone pratiche per ridurre il proprio impatto sull’ambiente (raccolta differenziata, sprechi alimentari). Fondamentale, infine, il supporto alla prevenzione dei disturbi da comportamento alimentare (rilevato dall’85% degli intervistati).
Il pasto a casa e a scuola
Il sondaggio fa emergere anche come cambiano le abitudini alimentari di studenti e studentesse a scuola e a casa. Se da un lato, infatti, il pranzo a scuola rappresenta per molti studenti e studentesse un’occasione per mangiare alimenti che a casa consumano meno frequentemente, come zuppe, creme vegetali e minestrone, legumi e verdura, al contrario, in casa le abitudini tendono a cambiare, dando più spazio a cibi come hamburger, pizza, formaggi, snack e dolciumi. Il 32% delle famiglie, inoltre, afferma di mangiare fuori casa almeno due-tre volte a settimana e, con simile frequenza, di ordinare il cibo da asporto. Nonostante tali tendenze, le famiglie intervistate dimostrano attenzione verso i temi dell’educazione alimentare e verso l’importanza di adottare pratiche quotidiane capaci di contrastare i disturbi della nutrizione.
I disturbi del comportamento alimentare nei giovani
Dall’indagine di Nomisma è emersa una particolare sensibilità, da arte delle famiglie italiani, verso i temi dei disturbi del comportamento alimentare. Per questo, ad esempio, il 36% degli intervistati dichiara di preparare porzioni corrette ed equilibrate, di diversificare la dieta alimentare, di adottare un atteggiamento positivo verso l’alimentazione senza demonizzare alcun cibo e coinvolge i figli nella preparazione dei pasti (28%). Questa sensibilità emerge dal fatto che il 7% delle famiglie intervistate è consapevole che il proprio figlio o figlia soffre di un disturbo alimentare, come bulimia nervosa (32%), disturbo da alimentazione incontrollata (31%) e anoressia (7%).