Caro Belpietro, sulle auto elettriche ti sbagli di grosso e ti spieghiamo il perché

Caro Belpietro, sulle auto elettriche ti sbagli di grosso e ti spieghiamo il perché

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L’ultimo numero di Panorama (settimanale diretto da Maurizio Belpietro) si scaglia contro il settore dell’auto elettrica. Ma l’approccio del settimanale è del tutto sbagliato

Il settimanale Panorama diretto da Maurizio Belpietro qualche giorno fa è uscito con un titolo di copertina piuttosto forte: “La verità sull’auto elettrica”.

Una inchiesta giornalistica che intende sfatare i falsi miti sull’auto a motore elettrico e dire la verità che “non viene raccontata”, si legge nel titolone.

Peccato che a ben vedere si tratta di un articolo con informazioni ben note, una marea di luoghi comuni e con un impianto che a noi è sembrato del tutto sbagliato. E vi spieghiamo il perché.

Un’ammissione: siamo fan dell’elettrico

Partiamo dall’inizio. E partiamo con un’ammissione. Così come Panorama – tramite la penna di Laura Della Pasqua che firma l’articolo – ammette che sulle auto elettriche al settimanale di Belpietro sono “da sempre critici verso l’entusiasmo conformista di altre testate”, anche noi caliamo subito le carte: chi scrive ritiene che in un contesto caratterizzato dalla crisi climatica è necessario investire sulle tecnologie che garantiscono il quantitativo minimo di emissioni climalteranti. E nell’ambito della mobilità, l’elettrificazione del parco auto circolante è il metodo più efficace. 

In altra parole, qui a TeleAmbiente siamo dei forti sostenitori dell’elettrificazione del settore auto.

Le criticità del settore dell’auto elettrica

Terminate le doverose premesse, passiamo ai fatti. Nell’articolo di Panorama, parlando dello scarso appeal dell’auto elettrica in Italia rispetto al resto d’Europa (dove le immatricolazioni di auto a batteria viaggiano spedite), si dice che “un motivo ci dovrà pur essere se [gli italiani] hanno resistito a un corteggiamento così estenuante, rinunciando perfino agli incentivi governativi”. 

Insomma, secondo Panorama gli italiani sono gli unici ad aver capito che l’elettrico è una truffa. Da una parte gli italiani geni, dall’altra tedeschi, norvegesi, danesi, olandesi, francesi e via dicendo che non hanno capito nulla.

Cosa avrebbero capito gli italiani che il resto del Continente non avrebbe capito? Ecco che Panorama presenta l’elenco dei limiti delle auto elettriche: costi delle auto elettriche ancora troppo elevati, dubbi sull’autonomia e sui tempi di ricarica, i costi ancora alti per la manutenzione, la perdita di efficienza delle batterie elettriche nel tempo.

Fin qui nessuna novità. Gli elementi davvero innovativi presentati all’interno dell’inchiesta di Panorama sono altri. “Sulla carta – si legge nel settimanale – in Italia ci sarebbero 45.210 punti di ricarica e 24.942 colonnine (dati Moruzzi-E ed Enea). Perché il condizionale? Spesso i parcheggi di rifornimento sono occupati abusivamente o non funzionano”.

Quindi secondo Belpietro and Co. non bisogna comprare l’auto elettrica perché c’è gente che parcheggia abusivamente davanti alle colonnine per la ricarica.

Secondo questo ragionamento qualcuno potrebbe dire: “Non comprate un’automobile di nessun tipo perché c’è gente che parcheggia in doppia fila e se ti capita non puoi uscire”.

Soprassediamo su quest’ultimo punto e occupiamoci delle critiche ben più serie (tempi di ricarica, autonomia delle batterie, eccetera).

All’inizio scrivevamo che l’articolo di Panorama ha un impianto che a noi è sembrato del tutto sbagliato. Il motivo è semplice. Panorama si scorda (o fa finta di dimenticare) che il motivo per cui si sta andando verso l’elettrificazione del settore auto è legato ai cambiamenti climatici in corso.

Una questione di approccio

Nessuno, in piena onestà intellettuale, potrebbe asserire che l’attuale tecnologia legata all’auto elettrica è scevra da criticità. Le critiche presentate da Panorama sono comprensibili.

Ma il mercato sta andando in quella direzione e lo sta facendo spinto da interessi che non sono economici ma di sopravvivenza delle specie. Le emissioni legate ai combustibili fossili (il petrolio con cui produciamo la benzina e il diesel o anche il gas naturale) stanno provocando un riscaldamento globale velocissimo e dagli esiti potenzialmente disastrosi in termini di aumento di frequenza e intensità degli eventi meteo estremi.

L’unico modo per evitare gli effetti peggiori dei cambiamenti climatici è dire addio all’utilizzo di combustibili fossili. E nel settore delle automobili il modo più semplice è il passaggio ai mezzi elettrici.

Dunque, piuttosto che dire “al diavolo l’elettrico, teniamoci le auto inquinanti”, Panorama avrebbe potute spiegare che le criticità legate al settore dell’auto sono tali per cui sarebbero necessari incentivi – non solo economici – affinché la ricerca tecnologica si concentri sul miglioramento delle prestazioni delle auto elettriche.

Panorama avrebbe potuto dire che sulle auto elettriche, così come sulle energie rinnovabili, soldi e soluzioni per migliorare ci sono ma spesso ciò che manca è la volontà politica.

Ma i colleghi diretti da Belpietro hanno scelto un altro approccio.

Rivoluzione green, una necessità alla quale adattarsi

La mobilità elettrica sarà un passaggio epocale che comporterà delle novità sostanziali nel nostro stile di vita. Perché se fino a oggi siamo abituati a fare il pieno alla pompa in pochi minuti, da domani dovremo essere più bravi a pianificare i nostri spostamenti; dovremo calcolare tempi diversi e immaginare spostamenti intermodali per i viaggi più lunghi.

Quello che Panorama non dice è che non dovremo farlo per divertimento ma per necessità. Chi ha un’allergia alimentare non è contento di dover rinunciare a cibi buonissimi ma lo fa sapendo  che è la cosa giusta per salvaguardare la propria salute. Ecco, la salute collettiva è in pericolo, e la cosa giusta da fare è cambiare le nostre abitudini e rendere la nostra vita meno impattante.

Il mondo, per fortuna, sta andando in quella direzione. Ora si tratta di scegliere se vogliamo prendere parte attivamente alla rivoluzione verde e prendere il meglio che ne deriva oppure tapparci orecchie e occhi e chiuderci in un fortino di cieco conservatorismo insieme ai giornalisti di Panorama.

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