Storica risoluzione delle Nazioni Unite sulla giustizia climatica

L’Assemblea generale dell’Onu ha votato una risoluzione che prevede che la Corte internazionale di giustizia debba pronunciarsi sugli obblighi degli stati membri relativamente alle politiche climatiche

Oltre 130 stati membri delle Nazioni Unite hanno dato il via libera a una risoluzione storica per la lotta alla crisi climatica. Il documento votato al Palazzo di Vetro di New York prevede che la Corte internazionale di giustizia debba pronunciarsi sugli “obblighi che incombono agli Stati” per proteggere il clima “per le generazioni presenti e future”.

Sebbene la risoluzione sia non-vincolante, essa rappresenta una prima vittoria degli stati più colpiti dalle conseguenze dei cambiamenti climatici, primo tra tutti Vanuatu che quella risoluzione l’aveva presentata.

“Vanuatu è un’isola del Pacifico che in questo momento sta affrontando gli impatti devastanti del cambiamento climatico. La risoluzione di Vanuatu vuole portare al centro del dibattito sul cambiamento climatico i diritti umani”, ha spiegato a TeleAmbiente Camilla Pollera dell’Italian Climate Network.

“Sicuramente stiamo notando che qualcosa sta cambiando – ha aggiunto -. Lo abbiamo visto alla COP27 con l’istituzione del fondo loss&damage e lo abbiamo visto ieri con la risoluzione dell’Onu. Anche se un po’ in ritardo si possono fare passi avanti verso la giustizia climatica”. 

L’Australia vara una delle leggi sul clima più ambiziose

Una risoluzione, quella dell’Onu, che mira a spingere i Paesi più riluttanti ad operare in maniera coerente con gli obiettivi di decarbonizzazione.

Ma c’è chi lo sta già facendo anche senza la spinta dell’Onu. È il caso dell’Australia dove il governo di Anthony Albanese è riuscito a far passare una delle leggi climatiche più ambiziose del mondo.

A partire dal 1° luglio, i siti industriali più inquinanti del Paese – comprese le compagnie petrolifere – dovranno ridurre le emissioni del 5% l’anno. E potranno farlo attraverso tagli delle emissioni stesse o acquistando compensazioni di carbonio.

Sebbene quest’ultimo punto fosse il più controverso, la legge ha superato la prova del voto in Parlamento. E ora il Paese spera di raggiungere l’obiettivo, entro il 2030, del taglio del 43% delle emissioni di carbonio rispetto al 2005.

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