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Il “risiko” finanziario dietro la guerra in Ucraina. Di Fabrizio Pezzani

Il risiko finanziario dietro la guerra in Ucraina. Di Fabrizio Pezzani

Guerra Russia-Ucraina, analizziamo il conflitto sul piano geopolitico e finanziario

La drammatica guerra scatenata dalla Russia in Ucraina ha generato uno scontro che non si esaurisce sul campo bellico ma si allarga ad un confronto globale più ampio sul piano geopolitico e su quello degli equilibri finanziari che creano differenti condizioni di vantaggi e svantaggi ai diversi paesi, proviamo ad analizzarli.

La guerra segue il già grave shock creato dal covid che ha segnato profondamente le economie globali ed ha contribuito ad accelerare un processo di decadenza dell’occidente e delle sue istituzioni – Nato ed UE – o quanto meno a mettere in discussione la loro governance e la tipologia delle relazioni tra differenti paesi sempre più conflittuali ed orientati a perseguire l’interesse personale a scapito di quello comune.

La risposta all’attacco russo è stata sul piano delle forniture belliche e sul piano sanzionatorio per indebolire finanziariamente la Russia ed il suo commercio di gas e petrolio ed il suo sistema di relazioni commerciali. Le sanzioni, però , hanno finito per gravare prevalentemente sui paesi europei che dal punto di vista economico subiscono le maggiori  perdite  a differenza degli Stati uniti che ne traggono evidenti vantaggi . Le sanzioni colpiscono maggiormente le aziende europee che avevano sbocchi significativi nell’est europeo ed in particolare con la Russia, il venire meno di sbocchi commerciali ha avuto l’effetto nella riduzione di spazi occupazionali  così gli Usa  hanno coperto gli spazi lasciati dalle aziende europee . L’effetto si misura immediatamente con il rafforzamento del dollaro a scapito dell’euro ma anche della sterlina in un tempo relativamente breve e tale da non giustificare un differenziale così forte tra le differenti economie , la speculazione finanziaria non governata  ha alimentato le variazioni tra le valute. La mancanza di una reale volontà politica di dialogo per una possibile pace ha favorito un’esasperazione della politica di guerra che ha visto proprio gli Stati Uniti come principali promotori di scontri crescenti in una lotta al rialzo con il rischio di trovarsi in un punto di non ritorno come oggi.

La rilevanza degli aiuti all’Ucraina fornito dagli Usa è pari a quelli dati per l’Afganistan, Israele e l’Egitto messi insieme superando in pochi mesi tre dei maggiori destinatari di risorse e di aiuti militari  nel nuovo secolo; le spese belliche negli Usa sono sempre state viste come un veicolo di espansione dell’economia. Lo stesso attacco ai gasdotti nel mar Baltico ha spezzato il potenziale legame tra Russia e Germania da sempre visto come pericoloso ed ha favorito le aziende gasiere nordamericane per le quali si apre un mercato non previsto a condizioni di prezzo dieci volte superiore al gas russo , pensare che diverse di queste erano vicino al default perché i costi non venivano interamente coperti dai prezzi di vendita.

Il vero scontro geopolitico viene nascosto dalla narrazione della guerra ed è  tra Usa, Russia, Cina e paesi emergenti (BRICS) che mettono in discussione la supremazia degli Usa e del dollaro come valuta di riserva globale; gli Stati Uniti da anni perseguono politiche neoliberiste sconsiderate la cui sopravvivenza è subordinata alla stampa infinita di dollari, una moneta fiat senza sottostante reale dal 1971 con la fine del “gold exchange standard”. Il ricorso alla stampa infinita di moneta comincia a ritorcersi contro di loro con un aumento del debito difficilmente calcolabile in mano anche a paesi ostili come la Cina. Il ricorso sistematico al QE (quantitative easing) ha reso liquida l’economia ma anche rischiosamente liquidabile infatti diverse attività nel paese hanno pericolose bolle finanziarie a partire dallo Stock Exchange il cui plusvalore derivante dalla bolla finanziaria è prossimo al 40%. A fronte di questa debolezza sempre meno difendibile, i commentatori parlano di prossima recessione (Nouriel Roubini), i paesi opposti – Russia , Cina , India ,Iran, Argentina ed il Brasile se vince Lula – hanno creato la “ Shangai Cooperation Organisation” (SCO) che è la più grande istituzione economica regionale del mondo che pensa ad una moneta alternativa al dollaro ed ad un sistema alternativo allo Swiftt; la SCO rappresenta 3,2 mld. di persone ed il 25 % del pil globale .  Oggi la finanza senza controllori sta giocando una partita a favore del capitale e del dollaro con forme di speculazione sulle materie prime fuori di ogni controllo con una politica debole , assente e smarrita .

La tragica guerra in Ucraina maschera queste sfide epocali in cui gli Stati Uniti difendono la loro idea unipolare a fronte di un mondo sempre più multipolare  e la vecchia Europa si dimostra perdente economicamente e politicamente, incapace di trovare un’intesa che possa renderla veramente forte al di là delle tante oziose dichiarazioni di rito , la sua stessa governance nella figura del suo presidente Ursula von der Lyen  sembra non capire la posta in gioco più pronta ad obbedire che a comandare. L’indebolimento dell’Europa e della sua moneta favorisce l’assalto alle nostre imprese facile preda della finanza globale in presenza di una politica troppo assente culturalmente ed impegnata, oggi più che mai, in battaglie di retroguardia e vive di slogan e di futile propaganda.

In questo caos non governato i veri perdenti siamo noi Europa ed oggi purtroppo il nostro paese il cui futuro governo si troverà di fronte a grandi problemi creati da un mondo globale in conflitto e dalle fallimentari performances dei precedenti governi.

Di Fabrizio Pezzani